Rimborsi Covid non dovuti in Campania, chiesto risarcimento a cliniche private e manager Asl
Tre milioni e mezzo di euro, che sarebbero stati versati illecitamente dalle casse della Regione Campania a cliniche private durante l'emergenza Covid: dopo due anni di indagini della Guardia di Finanza, coordinata dalla Corte dei Conti, sono arrivate le richieste di risarcimento. Nel mirino i pagamenti alle cliniche private durante l'emergenza Covid: soldi versati alle strutture non in cambio di prestazioni, ma per la semplice disponibilità di posti letto, anche se questi rimanevano vuoti, come disposto dall'accordo siglato tra i privati e la Regione il 28 marzo 2020.
Rimborsi per Covid alle cliniche private per posti letto non utilizzati
I soggetti coinvolti sono 20, tra cui 12 cliniche private e 8 manager. Il vice procuratore Licia Centro e il sostituto Davide Vitale ipotizzano il dolo per Antonio Postiglione, direttore della sanità regionale, che firmò l'accordo con l'Aiop, l'associazione delle cliniche private, e per le 12 strutture che avevano aderito. In via sussidiaria, però, risultano coinvolti nell'inchiesta anche i direttori generali e i dirigenti Asl che avevano liquidato quei pagamenti: Ciro Verdoliva e Maria Corvino, rispettivamente direttore generale e sanitario dell'Asl Napoli 1, Antonio D'Amore, dell'Asl Napoli 2, e Maria Morgante, dell'Asl di Avellino.
Sul versante delle cliniche che hanno beneficiato di quei pagamenti, per la Corte dei Conti non dovuti, ci sono invece quattro tra le principali strutture private del territorio: la Mediterranea, la Sanatrix, Villa dei Fiori e la casa di cura San Francesco a Telese; per i responsabili sono stati emessi distinti inviti a dedurre.
L'accordo tra Regione Campania e cliniche private per i rimborsi Covid
Il periodo in esame è quello delle prime settimane della pandemia, agli inizi del 2020. Dal 12 marzo erano state interrotte le attività delle cliniche private, quelle che lavorano in convenzione con la Regione, con un budget annuale fissato. A fine mese le strutture erano entrate nella rete Covid con un nuovo accordo: in cambio della disponibilità di posti letto per eventuali ricoveri, anche in caso di mancato reale utilizzo, sarebbe stato riconosciuto il 95% del budget mensile previsto dal contratto.
Con una successiva integrazione di quel contratto, aggiunta il 3 aprile, era stato stabilito che le cliniche private avrebbero compensato il costo delle prestazioni Covid con quelle non Covid future, regolando in questo modo "il dare e l'avere nell'esercizio finanziario 2022".
Blitz della Finanza, fermati i pagamenti delle Asl alle cliniche
L'inchiesta era nata da una segnalazione del collegio sindacale dell'Asl di Avellino alla Corte dei Conti, datata 4 maggio: tra marzo e aprile 3 cliniche private avevano incassato poco più di un milione di euro a testa ma a quelle somme, inquadrate come "rimborsi Covid", non corrispondevano prestazioni: soltanto in una delle tre cliniche c'erano stati dieci ricoveri, nelle altre due, invece, i posti letto messi a disposizione della Regione non erano stati mai utilizzati.
I pagamenti erano stati interrotti nel maggio scorso, dopo un blitz della Guardia di Finanza. In base a quanto ricostruito erano stati elargiti già 18 milioni di euro; quelle somme sono state in parte recuperate dai manager dell'Asl nei mesi successivi, ma resta il disavanzo di 3,5 milioni di euro, quello per cui sono scattate ora le richieste di risarcimento; nello specifico, la Corte dei Conti individua un milione di euro elargito dall'Asl Napoli 1, 584mila euro da Avellino, 453mila euro dalla Napoli 2 Nord e 1,4 milioni di euro dall'Asl di Benevento.