Rider picchiato e rapinato dello scooter a Napoli, condannati a 10 anni due ragazzi della banda

Sono stati condannati a 10 anni due ragazzi maggiorenni della banda che la notte tra il 1 e il 2 gennaio scorsi picchiò e rapinò dello scooter il rider Giovanni Lanciato a via Calata Capodichino a Napoli. Quelle immagini, riprese in un video su internet, divennero subito virali e contribuirono poi all'identificazione dei giovani responsabili dell'aggressione. A distanza di 7 mesi, è arrivata la decisione del gup del Tribunale di Napoli Nord Antonino Santoro, che ha condannato a 10 anni di reclusione i due maggiorenni facenti parte il gruppo di giovanissimi.
Un'azione messa a segno con altri complici minorenni e attraverso l'uso di un'arma. M.S. e V.Z., difesi rispettivamente dagli avvocati Diego Abate e Giovanna Cacciapuoti, sono stati ritenuti colpevoli di tutti i reati contestati tra cui la rapina al rider, diventata virale sui social attraverso video, e anche di un altro colpo analogo messo a segno sempre a mano armata a Casoria, in provincia di Napoli, qualche ora prima di quello al rider. Un delitto contestato diverso tempo dopo i fatti di Napoli.
Agli imputati sono state riconosciute le aggravanti contestate, anche quella di avere agito attraverso sevizie e con crudeltà. La condanna del giudice ha compreso un risarcimento danni in favore del rider Giovanni Lanciato, costituitosi in giudizio nell'udienza dello scorso 1 luglio. Al termine della sua requisitoria, il sostituto procuratore di Napoli Nord aveva chiesto undici anni di reclusione per i due imputati. Per il legale Cacciapuoti, “rispettiamo la condanna , che tuttavia è particolarmente severa. Si tratta di ragazzi giovanissimi da poco maggiorenni e la severità adottata rischia di rendere meno efficace la funzione rieducativa della pena che è massima quando opera su soggetti giovani. Una permanenza eccessiva in carcere può mettere a rischio lo sviluppo della personalità che è ancora in fieri, con il conseguente risultato di degradarli e desocializzarli. Confidiamo in una riforma in appello”.
"Condanne severe e certezza della pena – commenta il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli – sono l'unico modo per fermare la deriva criminale sui nostri territori soprattutto tra i più giovani. Tutti devono sapere che chi sbaglia paga e che rapinare, spacciare, tentare di uccidere il prossimo comporta sanzioni pesantissime. Altro che condanne all'acqua di rose. Per fermare questi delinquenti bisogna dare pene esemplari. L'epoca del giustificazionismo e della comprensione cercando di far passare azioni delinquenziali per bravate è finito. Ho sentito Gianni Lanciato anche oggi, è ancora molto provato per la vicenda ma sereno e in attesa del secondo processo per gli aggressori minorenni che si terrà il prossimo settembre".