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Ricostruita mandibola a migrante 22enne torturato: non poteva più aprire la bocca

All’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta è stata ricostruita la mandibola ad un migrante di 22 anni, torturato durante il viaggio dall’Africa.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Durante il viaggio dall'Africa era stato ripetutamente picchiato e maltrattato, le torture gli avevano provocato una riduzione dell'apertura della bocca quasi totale: aveva difficoltà a parlare, ma anche a mangiare e persino respirare. Situazione drammatica, quella di un migrante di 22 anni che è stato operato nell'ospedale "Sant'Anna e San Sebastiano" di Caserta: i medici hanno dovuto ricostruirgli la mandibola, recupererà gradualmente le funzioni articolari.

Il giovane era arrivato in Italia già in condizioni gravi, presentava una anchilosi temporo-mandibolare bilaterale: non era più in grado di aprire la bocca a sufficienza, con ripercussioni devastanti in termini di qualità di vita e benessere psicologico, ma soprattutto con enormi difficoltà anche nello svolgere le attività necessarie come respirare e mangiare. Nell'ospedale casertano è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di sostituzione bilaterale delle articolazioni temporo-mandibolari con protesi in titanio biocompatibile, progettate su misura e realizzate con tecnologia di stampa 3D; l'operazione è stata effettuata dall'équipe dell'Unità operativa complessa di Chirurgia Maxillo-Facciale (diretta da Pasquale Piombino, in collaborazione con Massimo Robiony e Salvatore Sempronio).

L'intervento è il primo di questo tipo svolto nel Sud Italia. «Grazie all'integrazione tra tecnologia avanzata e un approccio centrato sul paziente e sulle sue necessità, coniugando scienza e umanizzazione delle cure -afferma Pasquale Piombino – abbiamo realizzato un intervento straordinario. Un risultato importante, frutto di collaborazione e sinergia tra le istituzioni, il servizio sanitario pubblico, le associazioni umanitarie che supportano pazienti provenienti da contesti difficili. A pochi giorni dall'intervento il giovane mostra segnali di recupero molto significativi. La riabilitazione gli consentirà il ripristino graduale delle funzioni articolari. E tornerà a sorridere. Un sorriso, che facciamo anche nostro, soddisfatti di avergli offerto la possibilità di recuperare dignità e speranza, dopo un'esperienza di grande sofferenza e marginalità».

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