Rivista a 4.6 la magnitudo del terremoto ai Campi Flegrei di giovedì 13 marzo: è la più alta di sempre lì

La scossa di terremoto ai Campi Flegrei della notte del 13 marzo 2025 era di magnitudo 4.6 della scala Richter, e non 4.4, come precedentemente comunicato: il dato è stato ricalcolato dall'Ingv e inserito nel nuovo bollettino settimanale diffuso oggi, 18 marzo, e l'evento è stato il più forte da quando ci sono strumentazioni che misurano gli eventi tellurici.
Sicuramente è il sisma più forte da 40 anni a questa parte, dalle ultime due crisi bradisismiche degli anni Settanta e Ottanta. Nel periodo preso in esame (dal 10 al 16 marzo 2025) sono stati rilevati 138 terremoti in totale (di questi, 32 con magnitudo superiore a 1). Quarant'anni fa i terremoti si misuravano con la vecchia scala Mercalli (con numeri romani) che misurava l'intensità di un sisma in base agli effetti distruttivi visibili su edifici e persone. L'attuale sisma 4.6 avvenuto giovedì 13 col vecchio sistema sarebbe tra il VI e il VII scala Mercalli.

La scossa del 13 marzo, inizialmente misurata come magnitudo 4.4 e inquadrata nel fenomeno del bradisismo, era stata registrata all'1.25; era stata avvertita in tutta la città di Napoli e in molte aree della provincia, compreso il Vesuviano. I maggiori danni a Pozzuoli e nel quartiere di Bagnoli. Ieri la Prefettura ha diffuso i dati aggiornati: gli sfollati sono 340, oltre mille le verifiche dei Vigili del Fuoco (delle quali due terzi già effettuati).
Cosa dice il bollettino settimanale dell'Ingv
I dati dell'ultimo mese, si legge, evidenziano una ripresa del sollevamento del suolo, con un valore medio preliminare di velocità mensile di circa 30±5 mm/mese. Dal punto di vista della geochimica, "non si segnalano variazioni significative" dei parametri monitorati "rispetto ai tren di aumento dei flussi e di riscaldamento del sistema idrotermale già noti"; il sensore di temperatura installato in una fumarola a 5 metri da quella principale di Pisciarelli ha mostrato nell'ultima settimana un valore medio di 97 gradi centimetri, ovvero di un grado più alto rispetto alla settimana precedente. Sulla base del quadro di attività vulcanica, prosegue il bollettino dell'Osservatorio Vesuviano, "non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine".
Gli sciami sismici a Bagnoli e Pozzuoli
Nel bollettino l'Ingv segnala tre sciami sismici avvenuti nella settimana di riferimento: il primo a partire dall'1.57 dell'11 marzo (33 terremoti, nell'area Solfatara-Pisciarelli, magnitudo massima 3); il secondo dalle 5.25 del 12 marzo (7 terremoti, area di Agnano, magnitudo massima 1.7) e il terzo alle 00.25 del 13 marzo (44 terremoti, area di Bagnoli, magnitudo massima 4.6 Richter).
Dalla metà di aprile, rileva l'Ingv, il valore medio della velocità di sollevamento nell'area di massima deformazione è stato di circa 20mm al mese (registrato alla stazione del Rione Terra – Rite); da fine agosto il valore medio è stato di 10mm al mese, il 16 febbraio c'è stato un sollevamento massimo di circa 1 cm nelle stazioni nella zona di massima deformazione, con valori in rapida diminuzione allontanandosi dal centro della caldera.
I dati dell'ultimo mese, successivi allo sciame sismico del 1-19 febbraio, evidenziano una ripresa del sollevamento del suolo (valore medio preliminare di velocità mensile di 30mm al mese); in corrispondenza degli eventi sismici di magnitudo 4.6 (13 marzo) e 3.9 (15 marzo) "si registrano lievi effetti cosismici sulle serie temporali delle stazioni nell'area epicentrale in fase di ulteriore approfondimento". Da gennaio 2024 il sollevamento totale alla stazione Rite (Rione Terra, Pozzuoli) è stato di circa 24 centimetri.