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Riapertura scuola in Campania, Cosentino (Uil): “Temperatura in classe? Si rischia il caos”

Salvatore Cosentino, Uil Campania, a Fanpage.it: “rendere la misura della temperatura agli studenti a scuola? Si può fare, ma dobbiamo prepararci al caos. Le misure studiate dalla Regione Campania contro il Covid19 sono utili, ma il problema è coniugarle con in tempi ristretti di avvio dell’anno scolastico, che inizia il 14 settembre. Mancano ancora aule e bandi per i prof in ritardo. Serve piano per i trasporti. Favorevoli a far slittare l’inizio dell’anno di qualche giorno, se serve”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Prendere la misura della temperatura agli studenti a scuola? Si può fare, ma dobbiamo prepararci al caos. Le misure studiate dalla Regione Campania contro il Covid19 sono sicuramente utili, ma il problema è coniugarle con in tempi ristretti di avvio dell'anno scolastico, che inizia il 14 settembre, e i grossi numeri del personale della scuola e degli studenti della scuola secondaria. Se non ci si organizza per tempo con orari scaglionati per l'apertura dei negozi e gli ingressi delle classi negli istituti sarà difficile attuare queste regole. I ragazzi per stare in classe alle 8, nelle scuole con mille studenti, dovranno andare a scuola alle 6”. Non ha dubbi Salvatore Cosentino, segretario regionale Uil Campania, con delega alla Scuola: “Ci accusano di sabotare la ripartenza dell'anno scolastico – commenta – Non è così. Chiediamo solo un avvio dell'anno scolastico in piena sicurezza per personale e alunni”.

Qual è la vostra proposta?

“Abbiamo avanzato diverse richieste all'assessore regionale alla Scuola, Lucia Fortini. Servono aule per garantire il distanziamento tra i banchi, ma apprendiamo che l'Ufficio Scolastico Regionale non ha ancora trasmesso i dati. Serve più personale per coprire i vuoti in organico dei docenti che quest'anno potrebbe essere più grave del solito, per la presenza di immunodepressi e persone con particolari patologie, ma non è stato bandito il concorso per le assunzioni. Mentre mancano ancora le attrezzature per misurare la temperatura. Siamo in ritardo. A questo punto, non saremmo contrari all'ipotesi eventualmente di far slittare l'inizio dell'anno di qualche giorno. Non troppo perché bisogna garantire agli studenti il diritto allo studio in presenza, evitare l'aumento della dispersione scolastica e venire incontro anche ai genitori entrambi lavoratori”.

Quali sono le altre problematiche?

“Ci sono grandi ritardi anche sui bandi. Oggi molte insegnanti di scuola statale primaria e dell'infanzia ci stanno contattando perché non conoscano ancora il primo settembre dove andranno a prendere servizio. Sono le titolari di cattedra che fanno domanda di assegnazione provvisoria in una provincia per motivi di ricongiungimento al coniuge, al genitore o ai figli. Per avere la possibilità di essere impiegate per un anno in altra sede, ad esempio in Campania. Ad oggi non si conosce ancora l'esito, mentre gli altri anni era noto già prima di Ferragosto. Se non viene pubblicato l'avviso entro il 1 settembre, ogni insegnante dovrà tornare nelle scuole in cui è titolare: Bergamo, Roma o Firenze. Abbiamo poi problemi di carenza di organico”.

Quali?

“Ho ricevuto telefonate di dirigenti scolastici che sono preoccupati rispetto ai soggetti fragili: professori affetti da malattie oncologiche, immunodepressi, più esposti al rischio Covid19. La norma che equiparava la malattia al ricovero ospedaliero è scaduta il 31 luglio e non è stata rinnovata. Dovremo aspettare la riunione del Comitato Tecnico Scientifico del 29 agosto dove potrebbero arrivare delle indicazioni”.

Che altro?

“Il 28 agosto è attesa la domanda di call veloce per i docenti che possono chiedere di essere assunti in altre regioni dove hanno esaurito tutte le graduatorie. Il termine sarà il 5 settembre. Poi dovrebbero iniziare le nomine delle supplenze annuali. Tutto questo a due settimane dall'inizio della scuola”.

Come si farà ad evitare il caos allora?

“Abbiamo chiesto alla Regione un piano coordinato con i Comuni e le Province anche per i trasporti. Immaginiamo cosa accadrà tra pochi giorni quando riapriranno anche le università. Pensiamo ai pendolari che vengono dalla provincia. Se non si differenziano gli orari di apertura delle attività e si scaglionano gli ingressi a scuola – cosa quest'ultima che possono fare gli istituti in autonomia – sarà il caos.

Come si farà a prendere la temperatura a scuola?

“Il ministero ha pensato alla figura del referente Covid della scuola. Ma far accedere mille studenti in una scuola superiore e prendere i la temperatura a tutti richiederà tempo, considerando che ci si deve mettere in fila, garantire il distanziamento di un metro tra uno studente e l'altro e se la temperatura è alta lo studente va fermato e isolato. Per questo noi abbiamo proposto di istituite presso i distretti sanitari un'equipe formata da medico, psicologo e assistente sociale che possano essere di aiuto alle scuole”.

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