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Riaperte le indagini sulla morte di Corrado, il consigliere comunale ucciso a Castellammare

La Procura di Napoli ha riaperto le indagini sull’agguato in cui venne ucciso Sebastiano Corrado, consigliere comunale del Pds, l’11 marzo 1992 a Castellammare di Stabia. L’uomo, impiegato nell’ospedale San Leonardo, fu raggiunto dai sicari mentre tornava a casa. Dopo 30 anni il movente e gli esecutori materiali sono ignoti, all’epoca le ipotesi si concentrarono sugli appalti ospedalieri e il clan D’Alessandro.
A cura di Nico Falco
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La Procura di Napoli ha riaperto le indagini sulla morte di Sebastiano Corrado, il consigliere comunale del Pds ucciso trent'anni fa a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Era l'11 marzo 1992, fu un agguato messo a segno con le modalità tipiche dei gruppi di fuoco della camorra: i sicari, su uno scooter, raggiunsero Corrado in strada, nel pomeriggio, e gli spararono contro diversi colpi di pistola; l'uomo stava tornando a casa, aveva appena lasciato l'ospedale San Leonardo, dove lavorava nell'ufficio Economato. Le indagini fin da subito si concentrarono sul clan D'Alessandro ma, a distanza di 30 anni, per quell'omicidio non ci sono ancora colpevoli né movente.

Tra le ipotesi seguite all'epoca dagli investigatori, quella di una ritorsione, legata alla gestione illecita degli appalti che ruotavano intorno all'ospedale. Il delitto scosse fortemente l'opinione pubblica: in casa della vittima arrivarono il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, il ministro dell'Interno, Vincenzo Scotti, e il segretario del Pds, Achille Occhetto, oltre a numerosi parlamentari di tutti gli schieramenti e il giorno dei funerali ci fu una grande manifestazione anticamorra.

Qualche mese dopo, il 12 giugno del 1992, si concluse una inchiesta che già da tempo gli inquirenti stavano conducendo sul San Leonardo. Un giro di mazzette legate agli appalti e alle forniture per l'allora Usl di Castellammare, con percentuali che andavano dal 10 al 20%. Finirono in manette per corruzione 12 amministratori dell'Usl 35 e altre 6 ricercarono ricercate per l'agguato al consigliere comunale. Se fosse stato ancora vivo, anche Corrado sarebbe finito agli arresti; la sua morte aveva però bloccato il procedimento nei suoi confronti, e non si era quindi nemmeno potuto difendere dalle accuse. Successivamente ci furono altri arresti per l'agguato, ma ad oggi non si conoscono né gli esecutori materiali né il movente. Le nuove indagini sono affidate al sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Giuseppe Cimmarotta e al procuratore Giovanni Melillo.

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