Revocata la scorta a Luigi Leonardi, imprenditore minacciato dai clan e con un processo ancora in corso
Sono state avviate le procedure per la revoca della scorta a Luigi Leonardi, l'imprenditore napoletano che venti anni fa denunciò gli estorsori che gli imposero il pizzo e che per questo ha subìto una serie di ritorsioni e minacce e che vive da circa 9 anni con una "misura tutoria di quarto livello", quella che prevede "tutela su auto non protetta", ovvero che si sposti su un'automobile non blindata accompagnato da uno o due agenti armati. A renderlo noto è lo stesso 50enne con un lungo e amareggiato post sul proprio profilo Facebook nel quale ricorda i processi contro i clan di camorra per i quali i magistrati si sono avvalsi della sua testimonianza.
Leonardi a corredo del post pubblica la nota ricevuta dai carabinieri, firmata dal prefetto di Napoli, Michele Di Bari, e che riporta la data del 17 febbraio:
Si comunica che il ministero dell'Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza – UCIS, con nota datata 15 febbraio scorso, ha comunicato che, considerato che dagli esiti dell'istruttoria risultano essere non più sussistenti le condizioni che ne hanno sin qui suggerito il mantenimento, si rende necessario avviare il procedimento finalizzato alla revoca della misura tutoria di quarto livello, "tutela su auto non protetta".
La comunicazione prosegue specificando che Leonardi ha sette giorni per presentare memorie e documenti relativi al procedimento in oggetto. La scorta verrebbe revocata effettivamente tra meno di un mese. Nel post l'imprenditore ricorda il primo processo, conclusosi nel 2019 dopo 11 anni, al termine del quale 81 persone sono state condannate a complessivi 800 anni di carcere.
Per questo processo ci ho rimesso l'ultimo negozio con un incendio doloso, ed anche qui lo Stato ha fatto il suo dovere, gli altri 5 negozi e l'azienda se li è portati via la camorra con le estorsioni ogni maledetta settimana.
Il secondo processo, invece, è ancora in corso. È quello che riguarda una richiesta estorsiva nella quale l'imprenditore venne sequestrato e tenuto prigioniero. Alla sbarra 12 persone, ritenute legate a 4 clan dell'area Nord di Napoli. Il primo grado si era concluso con una condanna per 3 persone per estorsione e sequestro di persona, assolti gli altri. Nel secondo grado, tutti assolti. L'imprenditore aveva quindi fatto ricorso alla Cassazione, che aveva rimandato tutto alla Corte di Appello, processo da rifare, prima udienza fissata nel gennaio 2024 e poi slittata, per un difetto di notifica, al 7 maggio 2024.
Nel frattempo Leonardi aveva ricevuto la scorta. Nel 2016, il cambio di status: da testimone di giustizia a collaboratore. A spiegare il motivo era stato lo stesso Leonardi: sebbene avesse la fedina penale pulita e non risultasse coinvolto in nessun affare illecito, una parentela di secondo grado del padre con un pregiudicato legato a un clan aveva portato ad accostarlo più ai delinquenti che alle vittime. Conclude Leonardi nel post, riferendosi a chi ha deciso di revocare la scorta:
Sanno che il 7 maggio ho il processo dove potrebbero essere confermate le condanne per 3 persone per estorsione e sequestro di persona? Processo per il quale sono stato messo sotto scorta. Sanno che in questi 9 anni ho ricevuto 9 minacce? Come mi è successo altre 21 volte ora cambierò casa, e stavolta cercherò qualcosa lontano da questo Paese.
Il sacrificio della mia vita, per aver creduto in un paese giusto libero e democratico, non ne è valso la pena. All'età di 50 anni, avendo perso tutto, e dopo 20 anni di battaglie in solitaria, non so più chi sia il mio nemico.