Restituito lo scooter al rider rapinato a Napoli, Gianni lo ha ritirato in Questura
Gianni, il rider 52enne rapinato in calata Capodichino, ha riavuto il suo scooter. L'ha ritirato nel pomeriggio di oggi nella Questura di Napoli, in via Medina, appena due giorni dopo quel raid che è stato ripreso in un video diventato virale: accerchiato da sei giovanissimi, tutti mascherati, che lo hanno preso a calci e pugni e gli hanno letteralmente strappato il motorino della figlia che usava per consegnare cibo. I presunti responsabili sono stati individuati: quattro ieri, due stamattina. Sono tutti giovanissimi, due avrebbero appena 15 anni.
La rapina era avvenuta la notte tra il 1 e il 2 gennaio. Gianni, padre di due ragazzi, che per tanti anni aveva fatto il macellaio, 6 anni fa si era ritrovato senza lavoro. Così di recente aveva cominciato a fare il rider: consegne di cibo in giro per la città per portare a casa qualche soldo. Lo scooter, un Sh, era il regalo per i 18 anni della figlia. Intorno all'una del mattino, l'aggressione. Ripresa nel video crudo che ha fatto il giro d'Italia, girato dalla finestra di uno dei palazzi della zona: si vedono i ragazzi che lo circondano, cercano di farlo scendere, lui che resiste, e una pioggia di pugni. Alla fine, in branco, riescono ad avere la meglio e scappano col motorino.
Le indagini sono affidate agli agenti del commissariato di Secondigliano e alla Divisione Anticrimine della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura di Napoli e dalla Procura per i Minorenni. L'Sh è stato trovato parcheggiato davanti all'abitazione di uno dei sospettati, sarebbero stati sequestrati anche alcuni degli indumenti usati per la rapina. Intervistato davanti alla Questura di Napoli, il 50enne si era detto ancora scosso e dolorante per quello che era accaduto, ma anche dispiaciuto per chi lo aveva rapinato: "Sono dei ragazzini", aveva commentato. E, ringraziando per l'ondata di solidarietà, aveva aggiunto: vorrebbe tornare a lavorare. Il titolare di una macelleria di Ottaviano, Luciano Bifulco, ha fatto sapere di essere pronto a incontrarlo per un colloquio.