Regionali Campania, Berlusconi contro De Luca: “Il suo è un sistema di potere sovietico”
Lontani i tempi in cui Silvio Berlusconi si presentava un giorno sì e l'altro pure in Campania e non solo per questioni di tipo politico-elettorale. Oggi il leader di Forza Italia interviene telefonicamente agli appuntamenti elettorali anche se annuncia che sarà presto a Napoli. Stamane alla manifestazione per Stefano Caldoro, l'ex premier ha infilato svariate stoccate contro Vincenzo De Luca: "Il sistema di potere di De Luca, che è nato e cresciuto nel Partito comunista italiano, somiglia sempre più a quello tipico del blocco ex sovietico". Lo ha detto addirittura l'Espresso, rivista simbolo della sinistra in Italia", ha concluso il presidente di Forza Italia. Il riferimento è all'ampio servizio del settimanale italiano diretto da Marco Damilano sul presidente della Campania, definito "dittatore del Kampanistan".
"De Luca – ha continuato Berlusconi – ha saputo costruire se stesso come personaggio televisivo e in questo è stato abile, gliene dobbiamo dare atto, ma governare è un'altra cosa. La politica non è spettacolo e smette di essere divertente quando nasconde i problemi. È un confronto tra due culture politiche radicalmente alternative: noi siamo i liberali, loro sono gli eredi dei comunisti, che hanno cambiato le parole d'ordine, ma non i metodi di governo. Non vedo l'ora di tornare – ha detto Berlusconi – da voi campani che da troppo attendete le soluzioni dei problemi. Sono certo che Caldoro sia la persona giusta per far ripartire Napoli e la Campania:è stato un eccellente governatore. Ho voluto personalmente la sua candidatura perché di lui ho stima considerazione, oltre che amicizia".
Il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani nel corso della presentazione dei candidati di Fi alle regionali campane, ha fatto capire che la campagna elettorale forzista sarà tutta incentrata sulla gestione dell'emergenza Covid: "La Campania è oggi purtroppo una delle Regioni che ha il maggior numero di contagi di covid, questo non doveva succedere, si sapeva che ci sarebbe stata una possibile seconda ondata e non è stato fatto nulla. Continuiamo a chiedere con voce forte il commissariamento del commissario, cioè il presidente della regione non può più occuparsi di sanità. Il governo deve intervenire, si è dimostrato inadeguato, non è stato in grado né di affrontare l'emergenza Covid come si vede in questi giorni né a risolvere il problema della sanità napoletana. Lasciamo perdere le inchieste, restiamo garantisti, ma basta entrare in un ospedale napoletano per capire cosa accade e il presidente della regione ha una responsabilità enorme, evidentemente non ha a cuore la situazione di Napoli".
Poi è la volta di Stefano Caldoroche parla anche degli ultimi sondaggi politico elettorali sulla Campania che vedono De Luca in schiacciante vantaggio: "I sondaggi sono ben noti da tempo, l'effetto Covid ha prodotto una particolare attenzione sui governi regionali un po' in tutta Italia, ma guardo i quasi 18 punti persi da De Luca dal momento in cui il Covid portava i cittadini a rivolgersi ai governanti". Così Stefano Caldoro, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Campania. Secondo Caldoro "la paura ha inciso, ma 18 punti sono tanti. Abbiamo ancora tre settimane e possono essere tre settimane di verità".
Poi, nel merito del suo progetto di governo, l'ex governatore spiega: "Ho molti dubbi che si possano spendere i nuovi fondi europei con questi presidenti di Regione, questi cacicchi della sinistra, quasi comunisti, che gestiscono i soldi solo per le clientele e portano il record negativo di spesa al sud. In Campania si è spesa – ha detto – meno del 30% dei fondi dopo 5 anni, io ero arrivato nel mio mandato precedente al 130% di spesa. Quando spendiamo il 30% vuol dire che abbiamo buttato al mare occasioni di lavoro, non abbiamo dato fondi all'impresa, ai trasporti, al sistema della sanià. Perché sprecare queste risorse? Sono 600 milioni di spesa nei 5 anni del governo De Luca, mentre erano stati 3 miliardi nei miei 5 anni. Poi sento il governatore parlare del fatto che lui realizza, ma solo a parole".