video suggerito
video suggerito

Reddito di cittadinanza per finanziare le piazze di spaccio, 8 arresti a Piedimonte Matese (Caserta)

I carabinieri hanno arrestato 8 persone a Piedimonte Matese (Caserta) per droga: gli indagati finanziavano le piazze di spaccio col Reddito di cittadinanza.
A cura di Nico Falco
94 CONDIVISIONI
Immagine

A finanziere le piazze di spaccio delle palazzine Iacp di Piedimonte Matese (Caserta), era lo Stato: gli spacciatori, tutti percettori del Reddito di cittadinanza, utilizzavano quei soldi per acquistare all'ingrosso la droga che poi smerciavano al dettaglio. È quanto hanno appurato i carabinieri nell'ambito di una indagine condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha portato all'arresto di 8 persone.

Blitz nelle palazzine Iacp di Piedimonte Matese, 8 arresti per droga

I provvedimenti sono stati emessi dal gip sammaritano su richiesta della locale Procura; degli 8 indagati, 6 sono finiti in carcere e per gli ultimi 2 sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il blitz è scattato all'alba di oggi 28 febbraio; in campo numerose pattuglie dei carabinieri delle Compagnie di Piedimonte Matese e dei comandi di Caserta, Napoli e Pordenone, col supporto delle unità cinofile di Sarno e di un elicottero del Nucleo di Pontecagnano.

Alle prime luci dell'alba le palazzine Iacp di Piedimonte Matese, frazione Sepicciano, sono state circondate e sono state eseguite le ordinanze. Dagli accertamenti è emerso che le piazze di spaccio erano attive tutto il giorno, 24 ore su 24. E che, nel periodo delle maggiori restrizioni Covid, quando le libertà personali erano soggette a maggiori restrizioni per via della pandemia, il volume d'affari era addirittura aumentato.

Le piazze di spaccio finanziate col Reddito di cittadinanza

I carabinieri hanno inoltre scoperto che tutti gli 8 indagati risultano essere percettori del Reddito di cittadinanza, e che proprio quel denaro veniva utilizzato per finanziare le piazze di spaccio: coi soldi del sussidio venivano acquistati all'ingrosso marijuana, hashish, cocaina e crack, che poi venivano rivenduti al dettaglio.

Gli indagati ricevevano i clienti nelle loro abitazioni, anche più volte al giorno, e sembravano non temere operazioni delle forze dell'ordine: soltanto in alcuni casi avevano usato parole in codice per riferirsi alla droga, parlando di "pane cotto o pane crudo", "zucchero", "latte", "panettoni", "filoni di pane".

94 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views