Reddito di cittadinanza a Napoli: chi ne beneficia è impegnato in lavori di pubblica utilità e formazione
Il dibattito sul reddito di cittadinanza nel nostro paese assume sempre di più dei contorni grotteschi. La narrazione tossica che racconta di persone a casa sul divano a non far nulla ed a percepire soldi, è l'esempio plastico del degrado con cui si affronta il tema del contrasto alle nuove povertà nell'opinione pubblica del paese. Sullo sfondo una visione della povertà come "colpa" dell'individuo e non come condizione sociale dovuta a dinamiche esterne alle proprie scelte. Fatto sta che il reddito di cittadinanza, al netto di qualche imbroglione, ha garantito un sussidio determinante per sopravvivere a milioni di persone in Italia durante i due anni e mezzo di pandemia. Oggi molti le istituzioni sono chiamate a migliorare ed efficientare questa misura, e su questo terreno il Comune di Napoli ha avviato un percorso molto interessante.
I percettori affiancano i giardinieri: "Così garantiamo la formazione"
Da poche settimane sono attivi i primi progetti del Comune di Napoli, realizzati con risorse del fondo povertà nazionale, che vedono coinvolti i percettori di reddito di cittadinanza. E' un tipo di progetto di formazione che è già previsto dalla legge, ma semplicemente fino ad ora in pochi ne hanno fatto un percorso reale e concreto. Grazie a progetti presentati dagli enti del terzo settore, il Comune coinvolge i percettori di reddito di cittadinanza in attività di pubblica utilità, garantendo un percorso di formazione grazie all'affiancamento di operai specializzati o di dipendenti comunali. I primi 300 fanno base all'hub del Comune di Napoli di Soccavo, all'interno del Polifunzionale del quartiere. Svolgeranno attività di cura del verde affiancando il lavoro dell'ufficio parchi e giardini. Non solo, ma per rendere il tutto più efficace, l'amministrazione ha deciso di dislocare i percettori di reddito di cittadinanza in servizio presso i quartieri di residenza, in questo modo ci sarà anche una conoscenza diretta delle zone critiche su cui intervenire. A presentare a Fanpage.it il progetto è l'Assessore al Lavoro del Comune di Napoli, Chiara Marciani: "Abbiamo messo a disposizione una serie di progetti per fare in modo che i percettori di reddito di cittadinanza possano svolgere lavori di pubblica utilità – spiega – è una misura prevista dalla legge, c'è sempre stata, ma non c'erano risorse disponibili per i progetti di formazione. Quello che proviamo a fare è accompagnare ad un processo di formazione anche la certificazione delle competenze, non è un percorso che si fa in aula ma sul campo ed è un sistema che si chiama di competenze non formali ma informali". L'idea quindi non è quella di trasformare il reddito di cittadinanza da misura per il contrasto alla povertà in una misura di politica attiva per il lavoro, ma di accompagnare con lavori di pubblica utilità un percorso di formazione per i percettori di reddito di cittadinanza che possa accrescere le competenze dei soggetti coinvolti. "Ognuno di loro ha già delle competenze che ha accumulato nel corso della propria vita, noi cerchiamo di accrescere queste competenze, l'obiettivo è quello di fornire gli strumenti necessari a queste persone per reimmettersi nel mercato del lavoro" spiega la Marciani.
Lorenzo e Rosario, due storie di licenziamento e di nuova speranza
Lorenzo Crispino e Rosario Aurino, sono due dei percettori di reddito di cittadinanza che partecipano ai progetti del Comune di Napoli. Lorenzo ha una formazione da operatore turistico: "Non ho mai svolto questo mestiere, in famiglia eravamo tanti ed ho subito iniziato a lavorare a nero – racconta a Fanpage.it – poi per un periodo ho lavorato in un'azienda metalmeccanica che si occupava di impiantistica, ma poi ho perso il lavoro. Ma so fare tante cose ed ora imparerò anche ad occuparmi di giardinaggio e manutenzione del verde, mi sento in grado di essere ancora utile alla città". Rosario invece lavorava nel settore caseario: "Trasportavo mozzarelle e formaggi, poi un po' per il Covid un po' per l'età ho perso il lavoro ed il reddito di cittadinanza mi ha salvato – racconta – adesso mi hanno dato questa opportunità, svolgo comunque un'attività di cui la città sicuramente ha bisogno". Senza il reddito di cittadinanza queste persone, al limite o sopra la soglia dei 50 anni, difficilmente avrebbero trovato un modo per sopravvivere con le loro famiglie, adesso con i progetti del Comune possono provare ad accrescere le competenze, ma intanto il reddito di cittadinanza gli garantirà comunque la sopravvivenza. Il concetto è sempre lo stesso: la povertà non è una colpa, e la finalità di questa legge è quella di sostenere da un lato ma aiutare anche a trovare una dimensione migliore con un salario da lavoro. "Il reddito di cittadinanza per molti cittadini e cittadine napoletane è stata una misura importantissima – sottolinea l'Assessore Marciani – è uno strumento importante che va difeso, noi proviamo a renderlo migliore facendo in modo che non sia solo uno strumento di sostegno al reddito ma che possa essere anche uno strumento che avvicina i cittadini e le cittadine ad un futuro lavorativo". E' una sorta di "modello Napoli" con cui si applica il reddito di cittadinanza, che sfrutta a pieno tutte le azioni previste dalla legge, in maniera trasparente e senza forzature. Un esempio importante e concreto che si inserisce in un dibattito fatto di tante fake news e di parole in libertà.