Reddito cittadinanza sospeso, “Vogliamo lavorare, ma non sfruttati a 25 euro per 8 ore al giorno”
“Fino al 2019 lavoravo in una fabbrica 8 ore al giorno per 25 euro. Non ce la facevo a pagare nemmeno l'affitto. Quando è stato introdotto il Reddito di Cittadinanza ho detto: ‘bye bye, baby!’ Io voglio lavorare, ma non sfruttata a 25 euro al giorno per 8 ore su una macchina per cucire. Il reddito di cittadinanza ha ridato dignità a tante persone". È lo sfogo di Anna, fino al mese scorso tra i percettori della card gialla e tra i 22mila destinatari dell’Sms dell’Inps, con il quale è stata annunciata la sospensione dell’erogazione ad agosto.
Le storie degli ex percettori: "Non possiamo più mangiare"
Anna ieri è scesa in piazza a Napoli a manifestare assieme a centinaia di altre persone per chiedere al Governo un aiuto. “Io voglio lavorare – ha detto la donna ai microfoni di Fanpage.it – Sono stata chiamata due volte al collocamento. Ho fatto il Patto per il lavoro. Sono stata chiamata dal Comune, ho fatto il Puc nella scuola. Ho chiesto di restare. Ma non mi è stato rinnovato. La voglia di lavorare c’è, ma tornare a lavorare 8 ore al giorno per 25 euro no. Provateci voi a vivere così”.
Sono tante le storie come la sua che Fanpage.it ha raccolto tra i manifestanti che si stanno mobilitando a Napoli per chiedere il ripristino della misura. Migliaia di persone costrette a vivere per decenni con precariato e disoccupazione, o con lavori a nero e sottopagati.
Carmela, 59anni, vedova, il marito è deceduto di tumore: “Con il Rdc pagavo l’affitto e facevo un po’ di spesa – racconta – con un sms me l’hanno tolto. Vogliamo lavorare, ma avere un lavoro dignitoso, non essere schiavizzati a 4-5 euro l’ora. Il presidente del Consiglio ci dica noi come mangeremo, come compreremo le medicine?”.
“Io sono sola, separata, e con due figli disoccupati – racconta un’altra ex percettrice, anche lei di nome Anna – Mio figlio lavorava all’estero, ma ha perso il lavoro. Ho due ernie al disco, un problema al polmone e soffro di bronchite asmatica cronica. Ho provato a cercare lavoro, mi vogliono dare 15-20 euro al giorno in nero”.
Difficoltà diverse per Gino, “Ero macellaio, sono emigrato in Calabria, ma ho chiuso nel 2014. Col Rdc mi hanno dato il diritto di mettere un piatto a tavola. In 50 anni è stata l’unica legge sociale e di aiuto ai poveri”.