Chi prende il Reddito di Cittadinanza dovrà lavorare per il Comune di Napoli da novembre
Partono a novembre i Progetti di Utilità Collettiva del Comune di Napoli rivolti ai 63mila percettori del Reddito di Cittadinanza (RdC). Chi beneficia della “carta gialla” dovrà svolgere delle mansioni per il Municipio, con un impegno settimanale che andrà dalle 8 alle 16 ore. Sarà coinvolto almeno un componente per ogni nucleo familiare. Ogni beneficiario sarà abbinato in automatico dalla piattaforma GePi ad un ambito in base alle proprie competenze ed esperienze (nel caso di più ambiti potrà scegliere). Gli ambiti sono sociale, ambiente, tutela dei beni comuni, arte e cultura. Chi sarà chiamato potrà aiutare a curare i giardinetti cittadini, grattare via i graffiti dai monumenti pubblici, dare una mano nelle biblioteche comunali o accompagnare i bimbi a scuola. Tra le ipotesi anche quella di fornire un supporto anti-assembramenti anti Covid nel caso di particolari eventi.
Chi si rifiuta perderà il reddito di cittadinanza. “Siamo la prima grande città che si attiva per l'accoglienza dei beneficiari dell'Rdc – spiega l'assessore al Welfare, Monica Buonanno a Fanpage.it – Si tratta della seconda fase dell'Rdc. La prima è l'erogazione del contributo Inps. La seconda prevede l'attuazione dei PUC. La terza è l'incrocio domanda-offerta. E come assessorato al lavoro noi puntiamo a tutte ma soprattutto alla fase di inserimento nel mercato del lavoro”. Il percorso del PUC si affianca a quello presso i centri per l'impiego che prevede l'accompagnamento tramite i navigator al lavoro, per il quale vige l'esclusione dal RdC se si rifiutano 3 offerte di lavoro.
Quando partono i PUC dell'RdC a Napoli
I Progetti di Utilità Collettiva sono uno strumento previsto dalla legge nazionale per avvicinare i beneficiari di reddito di cittadinanza al mondo del lavoro, provando a colmare divari formativi e di competenze trasversali. I PUC rappresentano infatti l'applicazione del principio di restituzione sociale, che porta il beneficiario di un sostegno (in beni o servizi) ad impegnarsi a favore della comunità locale, come riconoscimento del sostegno ricevuto. “Siamo pronti per partire per i primi giorni di novembre – spiega l'assessore Buonanno – Siamo nei tempi. Le schede dei PUC sono all'attenzione degli uffici tecnici. Saranno inserite nella piattaforma per essere agganciate sia dal centro dell'impiego che dal servizio sociale per essere somministrate”.
Quante persone saranno coinvolte a Napoli
A Napoli sono 63.000 i nuclei familiari beneficiari del Reddito di Cittadinanza, attualmente. Di questi, il Comune di Napoli ha stimato che circa la metà è in carico ai Centri territoriali per l'impiego, mentre l'altra metà potrebbe essere potenzialmente in carico ai servizi sociali territoriali. Perché vanno sottratti gli esonerabili, gli esonerati e coloro che non possono accedere ai PUC (minori di 18 anni, ultra 75enni, donne incinte, disabili, invalidi, chi sta seguendo corsi di formazione o di studi). Sono circa 30mila, quindi, le famiglie che potrebbero essere interessate dai programmi PUC e andare a svolgere lavoretti per conto del Comune. Si tratta di persone che hanno l'RdC in corso (non rientra chi ha già completato i 18 mesi di RdC e non è stato ancora rinnovato).
Come saranno contattati
“Le persone – spiega Buonanno – faranno il colloquio o con il centro dell'impiego o con il servizio sociale territoriale. Chi l'ha già fatto dovrà aspettare. Saranno poi contattati tramite mail, sms, telefono, ci saranno diversi metodi. I beneficiari di RdC possono durante il colloquio visionare attraverso il case manager o l’operatore del centro per l’impiego il catalogo dei PUC. Può sembrare difficile magari a qualcuno, ma non lo è. L'idea che è dietro il RdC non è stare a casa nell'attesa che arrivi l'erogazione dell'Inps, ma è l'attivazione verso il mercato del lavoro, che passa anche per la ricerca”.
Cosa si fa durante il PUC
I soggetti beneficiari del reddito svolgeranno le loro mansioni a favore della comunità per almeno 8 ore settimanali, all'occorrenza aumentabili fino ad un massimo di 16 ore, come prevede la norma. Si tratta quindi di un impegno massimo di 2-3 ore al giorno. “Le schede sulla piattaforma – spiega Buonanno – sono incrementabili. Ogni mese il catalogo delle schede dei progetti Puc del Comune di Napoli viene aggiornato”.
Ecco alcune delle attività che si potranno svolgere:
- restauro barriere architettoniche
- rimozione graffiti da edifici pubblici
- messa in opera di attrezzature per la pulizia di ambienti
- pulizia e riordino degli ambienti
- supporto apertura biblioteche e centri lettura
- controllo sale biblioteca
- riordino del patrimonio librario
- accompagnamento bimbi a scuola a piedi
- accompagnamento delle persone su percorsi collinari
- accompagnamento gite anziani o disabili
- piccola manutenzione di struttura
- piccola manutenzione giochi bimbi nei parchi
- supporto a personale museo
- catalogazione patrimonio artistico o informativo
- supporto piattaforma messa in rete del patrimonio artistico
- sensibilizzazione temi ambientali
Quanto dura il PUC
“I servizi comunali – spiega Buonanno – stanno provvedendo a inserire le schede dei Progetti nel catalogo GePi. Con questa struttura, la durata del PUC è pari a quella della percezione del reddito di cittadinanza, ossia 18 mesi e termina con questo. Chi già percepisce il RdC quando sarà abbinato al PUC, lo svolgerà per il periodo restante del reddito. Ad esempio, se percepisco il RdC da 10 mesi, dovrò seguire il PUC per altri 8 mesi".