Vi spiego perché ho chiesto il Reddito di cittadinanza. E perché abolirlo è sbagliato
Giuseppe ha 46 anni, è della provincia di Napoli e da dicembre 2019, è un percettore del Reddito di Cittadinanza. Ha scritto a Fanpage.it nel giorno in cui il governo guidato da Giorgia Meloni ha, di fatto, abolito l'assegno mensile introdotto nella precedente legislatura (il provvedimento avrà seguito entro il 2024).
L'uomo ha scritto una lunghissima e-mail per spiegare cosa lo ha spinto a chiedere il più contestato degli "aiuti". La sua è una lettera pacata, lunghissima e articolata. Racconta di rabbia per il lavoro che non c'è, una rabbia che spesso troviamo nelle lettere inviate al nostro giornale per un lavoro che invece, quando viene offerto, è proposto sempre nelle sue versioni più vergognose: sottopagato o precario. Come nello sketch di Massimo Troisi: non è mai «soltanto lavoro», è sempre con «qualcosa vicino».
Giuseppe racconta anche di condizioni fisiche difficili che non determinano classificazione di invalidità ma al tempo stesso rendono difficilissimo operare in un quadro di "normalità":
A quasi 44 anni, mi ero stancato di dover sottostare ancora alle condizioni di alcuni pseudo-imprenditori senza scrupoli, ossia accettare lavori a nero (o, nella migliore delle ipotesi, con “finti” contratti part-time) da 700/800 euro al mese per 44/48/52 ore settimanali.
Senza una busta paga, senza contributi previdenziali (o, nel caso di un contratto part-time, con una busta paga e con contributi versati su 700 euro al mese, nonostante si lavorasse da mattina a sera), senza percepire un centesimo per lavoro straordinario e/o festivo, senza alcun tipo di benefit o agevolazioni e, quindi, con costi per pranzo, carburante, eventuali pedaggi per autostrada/tangenziale, parcheggi, totalmente a carico del dipendente e che vanno, pertanto, a sottrarsi alla già misera retribuzione.
Per questo – racconta il nostro lettore – ha deciso di chiedere il reddito di cittadinanza. Parla anche dell'altra faccia del lavoro: delle partite iva: «che spesso, dietro la facciata della collaborazione di natura "autonoma", nascondono un vero e proprio rapporto di natura subordinata».
Poi, lo spinoso argomento salute:
Dl 1992 sono affetto da psoriasi – e dal 2005 anche da artrite psoriasica – in una forma per fortuna non molto estesa ma particolarmente aggressiva e resistente ai farmaci e alle cure che, oltre ai noti disagi che questa patologia comporta mi richiede anche molto tempo: visite di controllo, controlli; ogni quattro settimane devo recarmi presso la farmacia distrettuale per ritirare determinati farmaci; eventuali cicli di fototerapia UV da tenersi 2-3 volte.
Va da se, quindi, che senza un lavoro (e/o senza un reddito fisso) non ho la possibilità di affrontare tutte le spese a mio carico, ma se lavoro non ho il tempo necessario per poter fare tutto ciò che la malattia richiede, dal momento che, soprattutto nel settore privato, è impensabile potersi assentare dal lavoro per 2 settimane un paio di volte l’anno per poter andare a curarsi alle terme, oppure prendere 2/3 permessi al mese per andare a ritirare le medicine alla farmacia del Distretto Sanitario, oppure per andare più volte dal medico curante per farsi prescrivere le analisi o l’impegnativa per la visita di controllo, eccetera.
Senza contare che, in determinati periodi, ho anche difficoltà a vestirmi dal momento che, per non irritare ulteriormente la pelle, sono costretto ad indossare solo capi larghi e di cotone e/o tute (e, tranne in determinati casi limitati, è difficile andare a lavoro in tuta o con capi extralarge…).
La lettera che Giuseppe ha inviato a Fanpage.it, dai toni civili e pacati, è una analisi netta e spietata anche di come viene oggi percepito il beneficiario dell'Rdc.
fin troppo facile parlare/giudicare/pontificare quando si vive in una realtà completamente diversa, quando si svolge un lavoro ben retribuito e che lascia molto tempo a disposizione per potersi dedicare a tante altre cose (salute, hobbies, famiglia, sport e quanto altro).
Meglio "mantenuti" dallo Stato che sfruttati, vessati, sottopagati (con la "compiacenza" dello Stato che nulla fa/ha fatto per impedire quello che è un vero e proprio "schiavismo" moderno!).
Prima di presentare la domanda per il RdC ho sostenuto un colloquio di lavoro con una nota azienda campana, dove mi fu proposto un "contrattino part-time" da 700 euro al mese per lavorare dalle 9 alle 13.30 e dalle 15:30 alle 20 dal lunedì al sabato (ovviamente senza buoni pasto e buoni carburante).
Grazie al Reddito di Cittadinanza ho potuto rifiutare questa e tante altre indecenti "proposte di lavoro", senza invece avrei dovuto accettare e sottostare alle loro assurde condizioni.
E si arriva alle dolenti note: le tante storture del sussidio introdotto nel 2019, con truffe ai danni dello Stato e percettori che non avrebbero il diritto di chiedere i soldi:
È vero, il Reddito di Cittadinanza così com'è non funziona e, a mio modesto avviso, per funzionare bene doveva essere introdotta di pari passo anche la flat-tax, in modo da consentire alle aziende di risparmiare sulle tasse e poter così investire sulla forza lavoro pagando il giusto il personale.
Tuttavia non comprendo le ragioni di chi, anziché battersi per abbassare le tasse alle imprese, si batte per far abolire il RdC, ponendo così, migliaia di cittadini onesti nella condizione di dover per forza di cose accettare lavori e retribuzioni da terzo mondo
Non tutti sono disonesti e, francamente, non concepisco perché per i soliti “furbetti” ci dovrebbero rimettere tutti, anche chi, come me, ha visto nel Reddito di Cittadinanza una possibilità per uscire dal ricatto di moltissimi imprenditori che ne approfittano per sottopagare i dipendenti.
Abolire il RdC perché ci sono i “furbetti” e i disonesti equivarrebbe ad abolire le pensioni di invalidità perché ci sono i “falsi invalidi”, oppure abolire i Partiti e chiudere il Parlamento perché ci sono politici corrotti!
Se nessuno mi contatta, se non per propormi i “soliti” lavori con retribuzioni “da fame” (o, peggio ancora, per propormi di lavorare a nero e continuare a percepire il Reddito di Cittadinanza!) cosa posso/devo fare?
Spero vivamente che la riforma del RdC varata dal nuovo Governo, non mi metta nella triste condizione di vedermi costretto, obtorto collo, ad accettare simili “proposte” di lavoro.