Il tesoro dei Borbone era sparito: recuperati documenti storici trafugati e messi in vendita illecitamente
Sono oltre trecento i documenti storici a cavallo dei secoli XVI e XIX recuperati dai carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli. Tutti i reperti, alcuni dei quali particolarmente affascinanti dal punto di vista storico, saranno restituiti all'Archivio di Stato di Napoli, con cerimonia pubblica cui parteciperà oltre alla direttrice Candida Carrino anche il Soprintendente Archivistico per la Campania Gabriele Capone. I documenti recuperati erano stati messi in vendita in particolare su piattaforme di e-commerce, suscitando anche l'attenzione di potenziali acquirenti ma anche dei carabinieri che da tempo monitoravano la Rete.
Si tratta di documenti che risalgono al periodo in cui Napoli fu dominata da tre diverse nazioni: a inizio Cinquecento, la città partenopea era la capitale di un Viceregno dominato dai francesi, ma di lì a poco sarebbe passata prima agli spagnoli (dal 1503 al 1707), quindi agli austriaci (1707-1737) e poi di nuovo alla Spagna fino al 6 ottobre 1759, giorno in cui avvenne la scissione tra i Borbone di Spagna e quelli di Napoli, con la nascita di Regno indipendente che durò circa un secolo (1759-1860, con in mezzo il periodo della Repubblica Partenopea prima e della Rivoluzione Francese poi), finché il Reame (come veniva genericamente indicato) si unì agli stati di Savoia e del centro della penisola per formare il neo-nato Regno d'Italia.
E tra i documenti recuperati, spuntano un manifesto di Gioacchino Murat, cognato di Napoleone e Re di Napoli tra dal 1º agosto 1808 al 22 maggio 1815, quando dopo la sconfitta di Occhiobello, vicino Rovigo, dovette rinunciare alla conquista del resto d'Italia per renderla un unico Regno con capitale Napoli. Il documento contiene diverse annotazioni scritte a mano nel maggio 1811 da Murat, periodo in cui stava varando diverse riforme nel Regno prima di partire col cognato Bonaparte alla volta della Campagna di Russia del 1812.
Ma non solo: anche il giornale di viaggio di Re Francesco I e di Maria Carolina d'Asburgo-Lorena a Madrid nel 1829 (ultimo anno di regno prima della morte l'anno seguente) per assistere al matrimonio della figlia Maria Cristina col re Ferdinando VII di Spagna, celebrato nella capitale spagnola l'11 dicembre 1829. Ed infine, una lettera scritta a mano da Maria Amalia di Borbone a suo nipote, Ferdinando II Re delle Due Sicilie. Tre documenti, tra gli oltre 300 recuperati, dall'impressionante valore storico e per questo finiti in vendita su internet.