San Marcellino, ras di camorra arrestato al ristorante, nascosto nella cella frigorifera
Era sottoposto all'obbligo di dimora, non avrebbe potuto lasciare Napoli, ma era andato a San Marcellino, nel Casertano, per partecipare a una cerimonia. I carabinieri lo hanno scovato in una cella frigorifera del locale Tenuta del Barone, dove si era nascosto nel tentativo di sfuggire alle manette. Agli arresti è finito il ras di Secondigliano Giovanni Cortese, all'anagrafe di camorra "‘o Cavallaro", ex braccio destro di Cosimo Di Lauro, figlio del superboss Paolo Di Lauro alias Ciruzzo il Milionario, e nipote di Gennaro "McKay" Marino.
Il blitz è scattato nel pomeriggio di ieri, 21 settembre. I carabinieri hanno fatto irruzione nel locale del Casertano dove era in corso una cerimonia a cui avevano saputo che avrebbe preso parte anche Cortese. All'arrivo delle forze dell'ordine l'uomo ha tentato di nascondersi, si è fatto largo tra gli invitati e si è infilato in cucina, sperando così che i militari, non trovandolo, se ne andassero. Ma i carabinieri non hanno desistito: hanno setacciato tutte le sale, i servizi igienici, i locali del personale e sono arrivati fino alla cucina, trovandolo nascosto nella cella frigorifera. Alle strette, e senza altra possibilità di fuga, il 39enne non ha opposto resistenza e si è lasciato ammanettare.
Secondo i pentiti Giovanni Cortese ha un ruolo di spicco nella mala del Rione Berlingieri; deve il suo soprannome al reato in cui sarebbe uno specialista: i cavalli di ritorno, ovvero la restituzione di automobili rubate o rapinate dietro pagamento. A parlare di lui anche Salvatore Tamburrino, l'ex vivandiere di Marco Di Lauro, arrestato per avere ucciso la moglie, Norina Matuozzo, e che ha rivelato agli inquirenti il nascondiglio di "F4": secondo le sue dichiarazioni Cortese, inizialmente guardaspalle di Cosimo di Lauro, dopo la cattura di "Cosimino" sarebbe passato al fianco del fratello Salvatore Di Lauro, occupandosi di cavalli di ritorno, droga e truffe assicurative.