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Rapinati dei telefoni per conto del parroco, altri tre indagati ad Afragola

Altre tre persone coinvolte nell’inchiesta di Afragola: una rapina per conto del parroco per far “sparire” i telefoni con immagini e chat a sfondo sessuale.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Ci sono altre tre persone coinvolte nell'inchiesta di Afragola, partita dopo una rapina subita da due persone in casa e che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata commissionata da un frate: l'obiettivo, infatti, erano immagini e chat memorizzate nei telefoni delle vittime e che avrebbero avuto come tema alcuni fatti a sfondo sessuale inerenti proprio il frate stesso. Questa mattina sono state raggiunte dai carabinieri altre tre persone, tutte gravemente indiziate di rapina aggravata in concorso: sono finiti tutti e tre agli arresti domiciliari, su richiesta del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord.

Le indagini sono proseguite dopo le misure cautelari già emesse lo scorso luglio nei confronti di cinque persone. Gli investigatori, che si sono avvalsi anche di conversazioni intercettate in carcere durante i colloqui dei rapinatori coi familiari, hanno ricostruito così il contesto nel quale era maturata la rapina e soprattutto i motivi che avevano portato ad un elevato numero di persone a sottrarre i telefoni cellulari delle due vittime. Dalle indagini, infatti, è emerso che la rapina sarebbe stata organizzata proprio per recuperare, per conto del parroco, immagini e chat nei telefoni delle due vittime, dove si troverebbero immagini e chat a sfondo sessuale che riguarderebbero il periodo in cui il prelato svolgeva le sue funzioni presso la Basilica di Sant'Antonio da Padova in Afragola. Da qui l'irruzione nella casa delle due vittime da parte dei rapinatori che, armati di mazza e coltello, avevano preso i telefoni contenente il presunto materiale compromettente.

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