video suggerito
video suggerito

Rapina a Casavatore, uno dei tre fermati fu arrestato in un blitz contro il clan Di Lauro

Uno dei fermati per la rapina al ristorante di Casavatore era finito in manette in un blitz contro il clan Di Lauro. Indagini sulle “batterie” di Secondigliano.
A cura di Nico Falco
116 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

Antonio Silvestri era stato arrestato anni fa in un blitz contro il clan Di Lauro, e coinvolto in indagini sul traffico di droga, nel passato di Salvatore Di Matteo c'è solo un furto, commesso quando era ancora minorenne, mentre Marco Giardino è "negativo" al controllo dei database delle forze dell'ordine, ovvero non ha precedenti, è incensurato. I tre, il primo 32 anni e gli altri due 20, sono i fermati per la rapina nel ristorante "Un posto al sole" di Casavatore (Napoli), commessa da un manipolo di criminali armati di fucili e kalashnikov.

Rapina a Casavatore, fucile puntato su bambino: tre fermati

La rapina risale allo scorso 9 ottobre, le immagini di quel raid divennero subito virali soprattutto per un particolare: i malviventi, entrati ad armi spianate mentre la sala era affollata di clienti, non si fecero scrupolo di puntare un fucile all'altezza del viso di un bambino che era a cena coi genitori.

Nel bottino quattro orologi, di cui due di lusso, e un braccialetto d'oro. I fermi sono scattati oggi, 21 novembre, eseguiti dai carabinieri, che sono arrivati ai tre con lunghe e meticolose indagini.

Il raid al ristorante nella roccaforte degli Amato-Pagano

I tre sono sospettati di fare parte di una delle batterie di rapinatori attualmente attive nell'area nord di Napoli; gli inquirenti stanno verificando il loro coinvolgimento in altri episodi simili, confrontando le registrazioni delle videocamere di sorveglianza. Silvestro e Giardino, apprende Fanpage.it da fonti qualificate, erano stati fermati insieme alcuni giorni prima della rapina durante un controllo di polizia.

Attualmente non sono riconducibili a nessun clan di camorra. Di sicuro, ritengono gli inquirenti, per una azione così plateale c'è bisogno di una sorta di placet da parte della malavita organizzata, che "autorizza" le rapine. In questo caso, però, si era rischiato uno scontro, un "incidente diplomatico": il ristorante obiettivo del 9 ottobre si trova in una zona ritenuta sotto l'influenza del clan Amato-Pagano e gli stessi affiliati spesso frequentano le attività della zona.

116 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views