Ragazzo sequestrato a Napoli, il barista: “Ho provato a fermare i rapitori. Sento ancora le sue urla”

Il barista Ciro ha cercato di fermare i rapitori. Il racconto del sequestro del ragazzino 15enne a San Giorgio a Cremano a Fanpage.it.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il barista Ciro ha cercato di fermare i rapitori
Il barista Ciro ha cercato di fermare i rapitori

“Stavo vendendo cornetti, quando ho sentito urlare all'esterno del bar. Un giovane a volto coperto, tutto bardato di nero, stava prendendo un ragazzino in strada e lo stava buttando in un furgone. Sono intervenuto, ma non si sono fermati. Se chiudo gli occhi, sento ancora le urla del ragazzino e mi viene freddo addosso. Poteva essere mio figlio”. A parlare ai microfoni di Fanpage.it è il barista Ciro, che gestisce un locale a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, all'esterno del quale questa mattina è stato rapito un ragazzino di 15 anni, figlio di un imprenditore della zona. La vittima è stata poi rilasciata dopo alcune ore e ora sta bene. La Polizia ha fermato un 24enne ritenuto uno dei presunti rapitori. Lo scopo dei sequestratori sarebbe stata la richiesta di un riscatto: la cifra circolata è di 1,5 milioni.

L'episodio è accaduto tra le 7,00 e le 8,00. Il 15enne, secondo quanto ricostruito, stava andando a scuola, quando sarebbe stato raggiunto da delle persone uscite da un furgone parcheggiato in strada.

La strada dove è avvenuto il sequestro a San Giorgio a Cremano
La strada dove è avvenuto il sequestro a San Giorgio a Cremano

Il barista Ciro ha assistito alla scena. “Stavo vendendo dei cornetti a un ragazzo e ad altri clienti – racconta a Fanpage.it – quando ho sentito urlare di fuori. Mi sono girato e c'era un ragazzo, di grossa corporatura, tutto bardato di nero, non si vedeva il volto, che prendeva un altro ragazzo per la collottola e lo buttava in un furgone. Sono intervenuto e ho detto: ‘ma che stai facendo?' Lui non ha risposto. Ha continuato a buttarlo nel furgone”.

Cosa è successo dopo? “È uscito un altro dallo sportello anteriore – racconta il barista – che non sono riuscito a vedere. Ha preso qualcosa con la mano, non so se era un coltello o una pistola. Al che sono rimasto fermo. Lo spavento era solo perché avevo visto che aveva una cosa in mano”. “Il furgone – prosegue Ciro – era parcheggiato fuori dal bar”.

Il barista poi racconta che è stato chiamato, successivamente, il 112. “Sono arrivati i carabinieri e la polizia – dice – che hanno acquisito le immagini delle telecamere di tutta la zona che hanno ripreso la scena. Inizialmente non avevo capito chi fosse il ragazzino rapito, ma poi ho capito che il papà è un mio cliente. Il ragazzino ha una piccola macchina in garage e stava andando probabilmente a prenderla e nel tragitto è stato preso da queste persone. Se chiudo gli occhi, sento ancora le sue urla e mi viene freddo addosso. Poteva essere mio figlio o mio nipote. So che adesso sta bene, ma veramente è stata una brutta esperienza, una di quelle che non si può dimenticare. Spero che gli stiano accanto”.

Ha collaborato Luca Leva

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