Ragazzi uccisi a Ercolano, in aula i carabinieri smentiscono Palumbo: “L’allarme non suonò”
Nuova udienza per il duplice omicidio di Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro, i due ragazzi di Portici uccisi ad Ercolano nella notte tra il 28 ed il 29 ottobre 2021. Sul banco degli imputati c'è Vincenzo Palumbo, l'autotrasportatore che fin dalle prime ore si attribuì la paternità degli spari che uccisero i due ragazzi: fu lui stesso a chiamare i carabinieri, spiegando di aver aperto il fuoco contro "due ladri", salvo poi scoprire che non erano tali. Il processo, iniziato lo scorso 26 maggio, oggi è entrato nel vivo, con le testimonianze dei carabinieri intervenuti quella sera in via Marsiglia, dopo la telefonata di Palumbo.
I carabinieri: "Non scattò l'allarme"
I carabinieri sentiti oggi hanno smentito la tesi difensiva secondo la quale Palumbo sarebbe accorso fuori avendo sentito suonare l'allarme: i rilievi hanno confermato che non vi fu alcun suono della sirena. Anche nella prima udienza del rito immediato che si sta svolgendo da fine maggio vennero rigettate tutte le istanze della difesa. L'udienza di oggi è stata invece particolarmente toccante per le famiglie dei due studenti. "Dalle prime testimonianze fatte dai carabinieri che per primi sono intervenuti nell'immediatezza del fatto e che nelle successive 12 ore hanno effettuato i primissimi rilievi, fondamentali, che hanno cristalizzato la situazione, emergono tutti i particolari agghiaccianti di questa assurda vicenda", ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato Maurizio Capozzo, legale della famiglia di Tullio Pagliaro. Vincenzo Palumbo, difeso dall'avvocato Giovanni Abet è accusato di omicidio volontario plurimo aggravato da parte dei sostituti procuratori Luciano D'Angelo e Daniela Varone: rischia l'ergastolo.