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Ragazzi soli e chiusi in casa, è allarme hikikomori a Caserta: all’Asl piano contro l’isolamento sociale

Firmato il primo protocollo d’intesa tra Asl di Caserta e Associazione Hikikomori Italia Genitori per aiutare i ragazzi vittime di disagio sociale.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Ragazzini soli e chiusi in casa. È allarme "hikikomori" nel Casertano, come viene chiamato in Giappone il fenomeno sempre più diffuso tra i giovani dell’isolamento sociale volontario. Contro questa condizione, l'Asl di Caserta, con il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) sta studiando un piano di prevenzione e sostegno per i giovani affetti da questa forma di disagio giovanile, con la collaborazione delle Associazioni e delle Scuole del territorio. L’obiettivo è intervenire precocemente, sin dalla comparsa dei primi segni di malessere causati dall’isolamento volontario di alcuni giovani.

La collaborazione tra Asl e Associazione Hikikomori Italia Genitori

Un esempio di tale impegno è il lavoro che il DSM ha portato avanti finora con l’Associazione Hikikomori Italia Genitori, che continua a produrre risultati concreti nell’opera di informazione e sensibilizzazione sul fenomeno, sempre più diffuso tra i giovani, dell’isolamento sociale volontario, in Giappone definito hikikomori.

Proprio per sancire la collaborazione con l’Associazione Hikikomori Italia Genitori, in particolare con la sua sezione regionale di cui è rappresentante Caterina D’Angelo, il DSM ha anche stipulato con l’Associazione un Protocollo d’Intesa, il primo che una ASL sottoscrive con l’Associazione al livello nazionale, con l’obiettivo di creare una rete integrata di interventi.

Per il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale, dottor Gaetano De Mattia,

“i nostri Servizi intendono adottare un approccio nuovo al fenomeno dell’isolamento sociale volontario, che tenga conto soprattutto delle difficoltà a cui vanno incontro le famiglie. Lavorare in rete con le Associazioni del territorio è per noi molto importante, soprattutto per attuare campagne di prevenzione e interventi precoci sui primi sintomi del disagio giovanile: ritiro sociale, calo del rendimento e abbandono scolastico, alterazione del ritmo sonno-veglia e dell’alimentazione sono per noi campanelli d’allarme che non vanno sottovalutati”.

Mentre Elena Carolei, Presidente nazionale dell’Associazione Hikikomori Italia Genitori, sottolinea:

“Il nostro interesse è quello di consolidare la collaborazione tra noi ed il servizio pubblico, perché la salute dei giovani è il fondamento della salute di tutta la collettività. La ASL di Caserta è la prima sul tutto il territorio nazionale a ratificare il Protocollo e speriamo che sia solo l’inizio. La peculiarità che ha reso possibile questa collaborazione è soprattutto l’approccio non strettamente medicalizzante al ritiro sociale”.

Chi sono gli Hikikomori

Hikikomori è il termine che in giapponese significa “Stare in disparte”. Si tratta di ragazzi e ragazze che a un certo punto perdono interesse ad avere rapporti sociali con altre persone e si rinchiudono in una stanza. Reclusioni volontarie che possono arrivare anche ad anni. Fanpage.it nel 2017 ha raccontato le storie di alcuni tra i primi ragazzi in Italia che hanno accettato di parlare di questo fenomeno. Quest'anno il CNR di Pisa ha diffuso i risultati del primo studio quantitativo sul questa tematica – progetto promosso dal Gruppo Abele, una onlus fondata da don Luigi Ciotti nel 1965 – secondo il quale sarebbero circa 44mila i ragazzi che si possono definire Hikikomori e altri 67mila rischierebbero di diventarlo.

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