Ragazza trans picchiata a Napoli, il figlio del boss sceglie TikTok per difendersi: lo ascoltano in 5mila
Ha raccontato la sua versione dei fatti, ha ammesso anche l'aggressione: un calcio, dice, per farla scendere dall'automobile prima di lasciarla a piedi per strada. Una confessione, in pratica, sfruttando quel canale che oggi è il preferito dai giovani, ma che si è rivelato anche uno strumento formidabile per attirare consensi. Anche quelli criminali. A parlare è il figlio del boss denunciato per l'aggressione a una ragazza trans a Napoli.
Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo affidato alla sezione Fasce Deboli della Procura di Napoli; Fanpage.it, come per l'articolo che ha anticipato il caso, ha scelto di omettere il nome dei due protagonisti e qualsiasi riferimento geografico per una questione di tutela della vittima. Nella lunga diretta, durata circa due ore, il ragazzo ha ricostruito i fatti avvenuti nella notte tra il 13 e il 14 gennaio; mentre parla, il contatore in alto a destra arriva a segnare 4.8k: ad ascoltarlo ci sono 4.800 persone, tutte incollate al cellulare.
Ragazza trans picchiata a Napoli dal figlio del boss
La storia comincia alle prime ore del 14 gennaio, quando una ragazza suona ai citofoni di alcuni palazzi chiedendo aiuto. Piange, è agitata. Dice di essere stata picchiata e lasciata a piedi per strada. Viene chiamata la Polizia e la ragazza viene portata in ospedale, dove viene refertata: contusioni alla mammella sinistra e alla rachide lombo sacrale, prognosi di 15 giorni.
La storia nei giorni successivi circola rapidamente ed è lo stesso figlio del boss a dire di averla raccontata a numerose persone. Il ragazzo, durante la diretta di ieri, ripercorre quello che è accaduto quella sera, i punti salienti coincidono con quelli raccontati da Fanpage.it. Dice di aver conosciuto la giovane tramite un amico poco prima e di essersi appartato con loro. Ci sarebbe stato quindi l'approccio e avrebbe scoperto che si trattava di una persona trans. Lì sarebbero cominciati gli insulti e, quando avrebbe provato a farla scendere, lei si sarebbe spostata dall'altro lato dell'auto e lui l'avrebbe colpita con un calcio.
La difesa su TikTok davanti a 5mila persone
Davanti a 5mila persone, e continuamente incitato dagli altri in diretta e nei commenti, il ragazzo decide quindi di raccontare i fatti in prima persona. Probabilmente sa che quel canale è il migliore per raggiungere il più vasto numero di persone, per trovare appoggio mischiando clichet e frasi omofobe. E infatti, dopo aver inizialmente detto di avere intenzione di smentire tutto, in realtà finisce col confessare, raccogliendo il plauso di chi lo ascolta. Parla della ragazza, la accusa, dice di essere stato provocato sessualmente, la prende in giro e arriva anche a mostrare la foto di lei e a rivelarne il nome.
Ammette l'aggressione, seppur sminuendola ("Io solo un calcio le ho dato") e spiegando di averlo fatto perché "lei lo ha ucciso mentalmente", conferma anche di averla lasciata a piedi ("E che dovevo fare, la dovevo portare anche a casa?"), l'unica cosa che nega è di avere avuto una relazione sentimentale: non era la sua fidanzata, dice, perché lui è una persona "di sani principi". E chi dice il contrario lo offende, "come se tu mi dicessi che sono un pentito".