Raffaele Cutolo in ospedale: si sono aggravate le condizioni dell’ex boss della Nco
Ricoverato in ospedale Raffaele Cutolo, l'ex boss della Nuova Camorra Organizzata, recluso da decenni col regime del 41bis, ovvero il carcere duro per i responsabili di reati di tipo mafioso. Il ‘professore' di Ottaviano, che negli anni Ottanta consorziò gran parte della camorra della provincia di Napoli creando un cartello criminale che controllava estorsioni, spaccio e carceri, ha 78 anni e soffre di numerose patologie collegate all'età e alla sua permanenza in carcere. In pochi mesi è stato costretto a due ricoveri d'urgenza a Parma lì dove è recluso, all'interno della struttura ospedaliera destinata ai ‘ristretti'.
Negli ultimi anni dopo il silenzio in cui erano ormai da tempo, i familiari di Cutolo (tranne la sorella, Rosetta Cutolo, che invece è chiusa nel suo silenzio e ormai da tempo non si espone) hanno iniziato a farsi sentire nuovamente chiedendo per il congiunto – le cui condanne sono ormai tutte definitive – la revoca del regime carcerario duro, poiché ritengono che le sue condizioni di salute non sono compatibili con la rigidissima disciplina del 41 bis. Cutolo è uno dei detenuti più anziani d'Italia se non il più anziano in assoluto al carcere duro. Anche attraverso Fanpage.it la moglie dell'ex boss, Immacolata Iacone, ha chiesto per il marito un alleggerimento delle misure cautelari compatibile con le sue condizioni attuali di salute. Lo stesso avvocato di Cutolo ha più volte poi lamentato la mancanza di informazioni tempestive sulle condizioni di ‘Don Raffaele': le notizie vengono trasmesse con estremo ritardo, compresa quest'ultima del ricovero a Parma, appresa dalla famiglia dopo giorni.
Lo scorso anno in un documentario girato dall'attore, regista e sceneggiatore Gianfranco Gallo venne posta anche la questione di Denise Cutolo, figlia dell'uomo, avuta con la fecondazione assistita. Denise dallo scorso anno, da quando cioè ha compiuto il 12esimo anno d'età non può più avere contatto col padre ma deve parlargli attraverso un vetro, come prescrivono le rigide norme sul carcere duro.