Raffaele Arcella morto dopo bypass gastrico, medico condannato per omicidio colposo
Due anni di reclusione, oltre al risarcimento a tutte le parti civile costituite: è la condanna emessa dal Tribunale di Nola (giudice monocratico Alessandra Zingales) nei confronti del chirurgo Stefano Cristiano, imputato con l'accusa di omicidio colposo per la morte di Raffaele Arcella, il 29enne di Caivano (Napoli) deceduto a seguito di un intervento di bypass gastrico il 13 aprile 2019.
Arcella, padre di un bimbo che all'epoca aveva appena sei mesi, si era sottoposto all'operazione per dimagrire nella clinica Trusso di Ottaviano il 29 marzo 2019. Nei giorni successivi aveva accusato febbre alta e altri sintomi riconducibili ad una infezione in corso.
Le sue condizioni di salute erano rapidamente precipitate e a nulla era servito un nuovo intervento, eseguito in laparoscopia sempre nella clinica Trusso. Il ragazzo era stato quindi trasportato in gravi condizioni al Secondo Policlinico di Napoli, dove era stato sottoposto ad un intervento salvavita il 13 aprile; era deceduto poco dopo.
La parte di sonda lasciata nell'addome
Dall'autopsia è emerso che nell'addome di Arcella era stata lasciata l'estremità di una sonda di calibrazione gastrica, strumento che viene utilizzato nel tipo di intervento a cui era stato sottoposto nella clinica Trusso. Nel corso del processo è stato inoltre dimostrato che, nonostante i sintomi di una infezione in corso, non era stata effettuata una tac con mezzo di contrasto, esame che avrebbe rivelato la presenza del corpo estraneo nell'addome.
Condannato il medico per omicidio colposo
Il giudice ha accolto la tesi dell'avvocato Fernando Maria Pellino, difensore della famiglia Arcella, e del pubblico ministero presso il Tribunale di Nola, Colonna Romano. La famiglia Arcella ha espresso "soddisfazione" per l'esito del processo.
Cristiano è attualmente indagato in altri presunti casi di malasanità dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere: quello di Angela Iannotta, ridotta in fin di vita dopo un intervento per perdere peso, e quello di Francesco Di Vilio, paziente oncologico, deceduto dopo diverse operazioni allo stomaco; per entrambe le vicende il chirurgo è stato rinviato a giudizio nell'aprile scorso.