Quattro giornate di Napoli, per l’80esimo anniversario ricette e diari degli insorti arrivano sul web
Furono quasi 500 tra uomini, donne e bambini quel 27 settembre del 1943, quando Napoli si rivoltò contro gli uomini della Wehrmacht. Da allora sono passati 80 anni e il Vomero, dove iniziarono quei moti, conserva la memoria di quei giorni con Piazza Quattro Giornate e Piazza Medaglia D'oro. Ma da oggi questa memoria arriva anche sul web grazie al progetto "Napoli '43", che ha digitalizzato le testimonianze d'archivio che sono rimaste di quel periodo da cui, per molti, è iniziata la resistenza italiana.
Da questi spunti, ‘Napoli '43', in cantiere già dall'anno scorso ha portato in digitale 900 documenti e 200 fotografie. Presentato dal presidente provinciale Anpi e coordinatore regionale, Ciro Raia insieme con la direttrice dell'Archivio di Stato, Candida Carrino, che insieme hanno descritto il programma di eventi da qui a dicembre per celebrare l'80esimo dai moti rivoluzionari che liberarono la città partenopea. Dibattiti, musica, eventi letterari, proiezioni e ricostruzioni storiche iniziative per risvegliare quella memoria storica che molto spesso ci si dimentica di avere, come ci tiene a dire Ciro Raia:
Trasmettere la memoria significa costruire una proiezione sul futuro di tutti. E questo futuro deve passare attraverso le scuole – anche tenendo conto di quello che è successo a Napoli negli ultimi tempi – occorre fare qualcosa di concreto. Con questo strumento, per il quale stiamo lavorando da un anno con l'Archivio di Stato, si può ottenere qualche risultato
Il racconto delle piccole storie
Sono stati digitali anche verbali per le morti dei civili nel comune di Napoli, Caserta, Campobasso, un modo per riuscire a ricostruire quei piccoli eventi, aneddoti e storie individuali che spesso «sfuggono alla narrazione della Grande Storia perché appartengono ad una ‘microstoria' individuale altrettanto significativa», continua Raia. La digitalizzazione si riferisce a tutto il 1943, anche se era nata per le Quattro Giornate, ma poi si è ampliata a tutto l'anno. Non solo storia, perché la memoria di un popolo può essere ricostruita in modi diversi, per questo nella piattaforma si possono trovare anche ricette, canzoni popolari, frasi tratte da diari scrivi in un periodo centrale per la storia d'Italia.
Un modo per rimettere mano, secondo Ciro Raia, ad una storia che fa parte dell'identità di tutti noi e di cui dovremmo tener conto. Per di più la piattaforma, fa sapere Raia «È in continuo arricchimento – per questo – invitiamo i privati e gli istituti pubblici a proporre materiali». Il presidente Anpi, non si è limitato alla sola presentazione del progetto, ma ha anche evidenziato che la sede dell'associazione, che si trova in Galleria Principe di Napoli, è inagibile da anni. Per questo si è deciso di esporre il quadro di Roberto Carignani sulle Quattro Giornate, al Museo Archeologico Nazionale grazie alla disponibilità del direttore Paolo Giulierini.
Il ruolo dell'Archivio di Stato
Dello stesso parere di Raia è anche Candida Carrino che considera l'uscita della piattaforma Napoli '43 "un'operazione strategica" per il modo in cui riesce a coinvolgere tutta la regione Campania:
Stiamo varando nuove piattaforme che possano raggiungere pubblici sempre più ampi sì da consentire loro di guardare i nostri documenti e quelli di altri che stiamo raccogliendo via via da archivi anche privati. Queste piattaforme, orientano nella ricerca di quel singolo tema senza perdersi nei meandri delle banche dati.
Tutt'altro che una banca dati, in effetti, perché a corredo del materiale documentario ci saranno anche testimonianze sonore e fotografiche. Un modo per cercare di coinvolgere anche le scuole con testi che potranno essere raccontati dagli studenti: «Testi da trasmettere secondo le modalità di comunicazione dei ragazzi i quali studiano il passato attraverso la documentazione con la guida di insegnanti e possono rimandare quello che hanno appreso grazie alle forme moderne di comunicazione».
Per quanto riguarda le Quattro giornate, per esempio, la direttrice dell'Archivio di Stato ha parlato di documenti relativi a coloro che hanno chiesto il riconoscimento allo Stato della pensione perché avevano partecipato agli eventi del 1943 come partigiani. Ci sono poi, continua Carrino, «Carteggi giudiziari in questo senso e per noi sono fonti indirette, ora digitalizzate in piattaforma».
La direttrice Carrino, conclude chiarendo come l'Archivio di Stato stia cercando di fare rete con tutti gli altri istituti culturali della città, un esempio può essere la mostra a ottobre sulle fotografie fatte in Campania da un soldato-fotografo tedesco nel 1943, perché per fare cultura resta centrale il ruolo della funzione archivistica :«In questo quadro si auspica che s'inserisca l'imminente formalizzazione dell'acquisto da parte del Ministero della Cultura dell'attiguo Monte di Pietà, un edificio facilmente collegabile con l'Archivio di Stato che ne assicurerebbe l'ampliamento».