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Ai Quartieri Spagnoli c’è un vuoto: clan Mazzarella e Secondigliano si contendono piazze di spaccio e un giro di soldi enorme

Gli arresti di maggio hanno bloccato le piazze di spaccio dei Quartieri Spagnoli; nell’affare della droga il tentativo di inserimento dei cartelli di camorra.
A cura di Nico Falco
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Gli arresti di maggio scorso ai Quartieri Spagnoli avrebbero creato un vuoto nella gestione del narcotraffico, creando le condizioni favorevoli per l'inserimento di nuovi clan con l'obiettivo di far ripartire le piazze di spaccio bloccate. Dinamica classica dei post-blitz, ma con una grande incognita: il territorio è conteso tra i due principali cartelli di camorra del Napoletano, i Mazzarella e l'Alleanza di Secondigliano, che fino a qualche mese riuscivano a stare nell'affare droga tramite gli appoggi coi gruppi locali.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, che hanno portato alle misure cautelari per una sessantina di persone a maggio, il gruppo Saltalamacchia avrebbe avuto stabili collegamenti con l'Alleanza di Secondigliano (in particolare con i Licciardi e i Contini), mentre i Masiello e gli Esposito sarebbero stati più vicini ai Mazzarella. Con gli arresti, però, lo scenario si complica: debellati i vertici, non risulta che si siano formati nuovi gruppi e, quindi, ad occuparsi della riorganizzazione potrebbero essere altri gregari rimasti in libertà.

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In questo contesto si collocherebbero le stese registrate negli ultimi giorni ai Quartieri Spagnoli, due delle quali avvenute, come aveva anticipato Fanpage.it, nella notte del 31 agosto, poco prima che in piazza Municipio venisse ucciso il musicista 24enne Giovanbattista Cutolo. L'arma utilizzata, una pistola calibro 6.35, secondo il racconto del 17enne reo confesso sarebbe stata trovata proprio tra i vicoli: non si esclude che possa essere una di quelle usate per le stese.

Questo scenario, però, apre a un problema non da poco: fermo restando il collegamento coi vecchi boss, il cambio di referenti locali potrebbe far venire meno il rapporto di fiducia tra fornitore ed acquirente, che nella compravendita di droga è fondamentale. E questo significherebbe una battuta d'arresto per il riciclaggio: il denaro rimasto in cassa sarebbe da investire nell'acquisto delle partite di stupefacente, che andrebbero pagate subito, alla consegna, e per intero, senza nessuna dilazione.

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