L’impossibile fuga dai Quartieri Spagnoli: “Caos giorno e notte, le case hanno perso valore”
L'arrivo di settembre, per i residenti dei Quartieri Spagnoli, rappresentava una speranza presto disattesa. La riapertura delle scuole e il ritorno a lavoro dovevano essere un disincentivo alla movida senza regole che ha caratterizzato i mesi caldi appena trascorsi. In realtà, le temperature ancora estive e il ritorno di molti napoletani in città dopo le vacanze hanno contribuito ad incentivare un fenomeno che ha tolto ai residenti dei Quartieri «‘o suonno e ‘a fantasia».
Assembramenti, musica a tutto volume, urina, entrate di abitazioni ostruite da gruppi di ragazzi, fiumi di alcol: la vita in alcune vie del centro storico è diventata un inferno. E se qualcuno ha accarezzato l'idea di fuggire, si è trovato ad affrontare l'ennesimo problema: il valore immobiliare è crollato in questa zona e liberarsi della propria abitazione è diventato impossibile.
Dopo le segnalazioni degli ultimi giorni nella zona dell'Istituto Orientale e dei Banchi Nuovi, stavolta è un residente dei Quartieri Spagnoli, un operaio di 30 anni, spostato con un figlio di due anni che racconta a Fanpage.it una situazione da lui stesso definita "ingestibile" e denunciata con frequenza, nel corso degli ultimi mesi, anche dal Comitato Vivibilità Cittadina dell'avvocato Gennaro Esposito. L'uomo ha chiesto di restare anonimo, perché spesso denunciare significa attirare le minacce di quanti di quella movida senza regole si nutrono.
I disagi di chi sceglie di restare
Il volume della musica tanto alto da rendere impossibile qualunque altro tipo di attività nelle proprie mura domestiche: è questo il primo problema di cui ci parla il 30enne. "Ogni baretto, ogni spritzeria – ha spiegato l'uomo – ha la musica ad altissimo volume, quindi diventa un frastuono". Questo comporta che, con le temperature elevate, i residenti siano costretti a dotarsi di condizionatori o ventilatori per tenere le finestre chiuse. "Non si riesce a guardare la televisione o a leggere un libro. Io ho un bambino di due anni, devo stare chiuso dentro per farlo dormire", spiega. Poi ci sono gli assembramenti, che, in un periodo di emergenza sanitaria, non sono una questione secondaria. "Ora vige anche un'ordinanza regionale che impone il divieto d'asporto dalle 22, ma non viene rispettata da nessuno".
"Non è raro vedere minorenni con Spritz e altre bevande alcoliche in giro ben oltre l'orario consentito. Ci sono poi residenti che non possono fisicamente rientrare nelle proprie abitazioni, perché gli ingressi sono ostruiti da gruppi di persone. E poi "vomito e urina dappertutto. Nelle vie adiacenti a queste zone, che sono meno controllate, fanno ciò che gli pare. Addirittura abbiamo visto dai balconi persone che facevano uso di droghe".
Le case non si vendono: deprezzato il valore
Le vie più problematiche, ci racconta l'uomo, sono Largo Baracche "diventato il fulcro della movida", vico Teatro Nuovo, vico Lungo Teatro Nuovo, vico Due Porte a Toledo, vico Tre Regine e anche via Speranzella. Importanti strade del centro storico animate da una movida sregolata non soltanto nei fine settimana. "Venerdì e sabato – racconta il residente – sono le due giornate peggiori. Però anche durante altri giorni c'è il disturbo della quiete pubblica". Una situazione che va avanti almeno dal 21 giugno, giorno in cui è stato revocato il coprifuoco e contro cui i residenti stanno cercando di battersi a suon di esposti al prefetto e non solo.
Le cose però non sono mai cambiate. "Vengono i carabinieri, però quando se ne vanno, si ricomincia di nuovo come se non fosse successo nulla". L'unica speranza su cui i residenti fanno affidamento è l'arrivo di un nuovo sindaco: "Con De Magistris vige l'anarchia totale". E alla domanda se abbia mai pensato di andar via, il 30enne risponde: "Ho fatto i lavori da un anno circa, quindi andar via no, perché ho investito i miei soldi e chi me li fa recuperare? Io sono un semplice operaio". Ci racconta, però, che c'è qualcuno che, avendo rinunciato a denunciare a causa di minacce, ha provato a fuggire per ricominciare una nuova vita altrove. "Purtroppo però – spiega l'uomo – la casa la tengono in agenzia: nessuno vuole comprarla".