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Quali sono i quartieri di Napoli più sicuri e quelli da evitare

Analisi dei quartieri di Napoli a partire da una domanda molto frequente: esistono zone sicure e zone pericolose, dunque da evitare, in città?
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Lo dice perfino l'intelligenza artificiale, nella fattispecie ChatGpt, una delle più note, usate e abusate: per valutare la sicurezza dei quartieri di una città come Napoli in modo oggettivo occorre avere accesso a dati in tempo reale. Dunque per rispondere alla domanda: «Quali sono i quartieri più sicuri di Napoli?» occorre anzitutto capire cosa si intende per sicurezza.

È quella di chi vuole risiedere in un quartiere anziché in un altro? Quella di chi vuole aprire una attività commerciale? O è la sicurezza di un semplice visitatore, uno straniero che viene nella città vesuviana per visitarla pochi giorni?  Stabilito ciò, occorre capire quali dati useremo per fare queste valutazioni, ovvero i dati empirici del giornalista e quelli numerico-valutativi delle forze dell'ordine e dei tribunali.

La domanda sul tasso di criminalità nei quartieri di una città è tipica del turista che vuol sapere dove dormire in sicurezza a Napoli. Frequentando i forum e i gruppi social specializzati in viaggi un'altra domanda che sovente viene posta ai residenti o agli operatori di settore è: «Napoli è una città sicura per una donna che viaggia da sola?».

Altre persone vogliono invece sapere se ci sono zone malfamate da evitare, altri ancora chiedono alle ricerche, più o meno approfondite, condotte on-line, la conferma ad un bias cognitivo (ovvero ad un pregiudizio mentale inconscio) che può andare in un senso o nell'altro: taluni sono infatti convinti che Napoli resti una città pericolosa. Altri invece dicono che oggi Napoli non è più così pericolosa come dicono.

Non c'è una risposta secca e conclusiva, ci sono mille storie, mille aneddoti che vanno da in un senso o nell'altro. La ex sindaca di Napoli Rosa Russo Iervolino durante le interviste all'indomani di vicende di cronaca nera soleva ricordare che l'unico borseggio della sua vita fosse avvenuto a Bruxelles; i "mattinali" (rapporti giornalieri) di questura e carabinieri forniscono tuttavia materiale che conferma quanto la criminalità predatoria, quella che più incide sulla percezione di sicurezza e che consta in furti, borseggi, furti in abitazioni, furti di auto e rapine, sia presente nel capoluogo della Campania.

Dormire a Napoli, ci sono zone sicure?

Dove dormire a Napoli in sicurezza? Altra domanda del turista che vuole affittare una casa vacanza o un bed & breakfast e vuole passeggiare di sera senza aver paura. In generale molti host suggeriscono di prendere principalmente in considerazione le zone in cui sono presenti tante attività ricettive, vale a dire l'area del centro storico e quelle collinari.

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In aiuto del non-napoletano che approda qui citiamo alcune strade principali, ma non in maniera esaustiva: per individuare attività ricettive è più onesto consultare Google Maps o i servizi di booking online. Alcune delle più importanti strade del centro sicuramente sono via Foria, via Carbonara, piazza Bellini, via Costantinopoli, via Duomo, piazza San Domenico, piazza Dante, via Toledo, piazza Garibaldi, corso Umberto I, piazza Borsa, via Depretis, via Sanfelice, piazza Municipio, via Toledo, via Medina, via Tribunali, piazza Matteotti e zone limitrofe.

Poi c'è il quartiere Chiaia, quello che viene definito il "salotto buono" con via San Carlo, piazza Trieste e Trento,  il borgo di via Santa Lucia, via Chiaia, via Dei Mille.
E su, il Vomero, area residenziale e commerciale per eccellenza: via Tasso via Aniello Falcone, via Scarlatti, via Luca Giordano, piazza degli Artisti, San Martino, piazza Medaglie d'Oro.

Ancora: l'area di Mergellina, gettonata per il lungomare, i ristoranti di pesce e, insieme a Posillipo, quartiere situato sulla collina a ovest del centro, quartiere residenziale lussuoso e tranquillo,  anche per le spiagge libere e private.

Insomma, le zone da tenere in considerazione sono tante, vista l'impennata turistica recente: a Napoli risiede quasi un milione di persone e con i turisti e coloro che vi si riversano dalla popolosissima area metropolitana, si arriva a circa un 1,5 milione di persone attive ogni giorno. Ma basta la presenza di attività ricettive per stabilire che una zona è sicura? Assolutamente no. Non possiamo negare ciò che sostengono, numeri alla mano, le forze dell'ordine. È  lapalissiano: nelle zone di maggior afflusso turistico si concentrano truffatori, scippatori e borseggiatori. I criminali vanno dove c'è ovviamente più da rubare.

Il caso di Quartieri Spagnoli e Rione Sanità

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Dunque qual è la ratio per scegliere una zona sicura o evitare un possibile quartiere pericoloso? Non ci sono regole fisse e non occorre farsi trasportare dai pregiudizi. Se fosse per i pregiudizi accumulati in questi decenni Napoli oggi sarebbe una landa deserta.

Facciamo un esempio pratico. I Quartieri Spagnoli. Per decenni inseriti nelle zone di Napoli da evitare, oggi i Quartieri Spagnoli vivono sul fronte turistico una situazione incredibile. Sulla mappa di Google spesso i turisti localizzavano quell'area  per capire dove non addentrarsi. Oggi è l'esatto opposto: comitive di visitatori organizzati , famiglie, vip in città approfittano per una passeggiata nell'intreccio di vicoli spagnoli incastrati alle spalle di via Toledo e sotto il corso Vittorio Emanuele.  C'è il tour dei murales a tema sportivo-spettacolo (Maradona, Totò, Bud Spencer, Luciano De Crescenzo) e c'è un fiorire di ristorantini, take away, bar e baretti mai visto dal Dopoguerra a oggi. Ai Quartieri Spagnoli non fa più paura passeggiare di sera e la percezione della zona è cambiata nel giro di pochi anni.

Dunque possiamo dire che non c'è più criminalità? Assolutamente falso. C'è e lo dimostrano alcune rilevanti inchieste sullo spaccio di droga. Ma evidentemente è un tipo di criminalità che per modus operandi non impatta sulla percezione di sicurezza del turista mordi e fuggi o del visitatore di una sera ma impatta su chi vi risiede e sull'economia complessiva della città, visto il traffico di narcotici e i soldi da riciclare in attività legali.

Lo stesso sta accadendo al Rione Sanità: altra zona inserita nella mappa dei quartieri pericolosi di Napoli, area in cui un tempo pochissimi si addentravano ora il Rione è ritrovo della movida cittadina grazie al successo di alcune ex bottiglierie e salumerie riconvertite a ritrovi serali. Il turismo a tema religioso è molto forte grazie all'attività delle Catacombe di San Gennaro e del cimitero delle Fontanelle in via di riapertura. Alcune delle pizzerie della zona ospitano vip praticamente ogni sera, garantendo un ritorno di immagine del quale beneficia tutta la zona.

La zona della stazione centrale di Napoli, ovvero il quartiere Vasto e aree limitrofe, resta invece un'area meno gradita ai turisti e con maggior senso d'insicurezza: chi viaggia può spiegare che, in generale, le zone prospicienti le stazioni ferroviarie sono quasi sempre insicure. Dalla Gare du Nord di Parigi a Roma Termini, da Milano Centrale alla Estació Barcelona Nord.

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Cosa dicono forze dell'ordine e tribunale sulle zone pericolose a Napoli oggi

Veniamo ai dati forniti da chi quotidianamente si trova ad avere a che fare con mariuoli d'ogni tipo: scippatori, rapinatori, borseggiatori, truffatori, ovvero polizia, carabinieri e tribunale, ma anche con quel tipo di criminalità che nella guerra per controllare talune zone terrorizza i presenti, residenti e visitatori.
Nella più recente relazione della Corte d'Appello di Napoli (che consta di quasi 600 pagine quindi andrebbe letta tutta per avere un'analisi completa del territorio) si legge quanto segue:

le aree a maggior densità di ‘stese' e quindi di conflittualità, per ciò che attiene al centro cittadino, sono quelle relative all’area centrale dei quartieri Avvocata-Pendino-Porto-Montecalvario e San Lorenzo-Poggioreale, nonché all’area est dei quartieri Barra-Ponticelli, l’area Nord, Miano-San Pietro a Patierno e quella di Pianura-Soccavo/Fuorigrotta-Bagnoli.

Dunque sono questi i quartieri napoletani da evitare? Anche in questo caso dipende: in zone come Avvocata e Pendino c'è tantissima offerta turistica e ricettiva d'eccellenza e perfino parte dell'area Nord (Secondigliano) e dell'area Est (San Giovanni a Teduccio) stanno iniziando a risentire dell'influsso per certi versi positivo del turismo (non lo è se guardiamo il processo di gentrificazione e l'aumento degli affitti ai residenti, ma è un'altra storia).

Condannare queste zone soltanto per l'incidenza dei dati o per le dinamiche malavitose significa non aver compreso a pieno la complessità di una metropoli come Napoli. Ad un turista non si chiede certo un'istruttoria socio-economica o un rapporto di intelligence per capire dove passare le vacanze napoletane. Ma la consapevolezza che il discorso è più complesso e articolato aiuta quanto meno a non prodursi in convinzioni errate.

Ogni anno ci sono vari equilibri fra clan della camorra che cambiano, come in una colossale e drammatica partita a Risiko. Bisogna tenerne conto? Si e no. C'è un aspetto della criminalità organizzata, a Napoli così come in qualsiasi altra grande città del mondo, invisibile a chi viene qui per passare due giorni tra piazza Plebiscito, il Lungomare, la sfogliatella e la pasta e patate con la provola.

Tuttavia, in un recente rapporto della Polizia inserito nella relazione della Corte d'Appello di Napoli citata prima, c'è una analisi compiuta e dettagliata che fotografa l'oggi, senza prese di posizione né pregiudizi, ma sulla base degli interventi più frequenti che l'ufficio prevenzione generale (Upg) o la squadra mobile vengono chiamati a compiere sul territorio. Ad una attenta lettura si capisce che anche nei rioni e nei quartieri "bene" dei rischi ci sono, ed è ovvio; le città non sono costituite di quartieri a compartimenti stagni:

Gli storici clan, ormai destrutturati dall’azione giudiziaria, si presentano polverizzati in gruppi in perdurante contesa, soprattutto per la gestione dei traffici di droga al dettaglio e per l’esercizio delle estorsioni sui commercianti; in questo contesto i giovani criminali cercano di occupare posizioni visibili.

Sono alla perenne ricerca di una legittimazione carismatica, fatta di ostentazioni di simboli (barba accentuata, tatuaggi particolari in vista, utilizzo dei social per evidenziarli e per evidenziare con essi l’appartenenza ad un gruppo) e di azioni di fuoco sulla pubblica via, in prossimità delle abitazioni di esponenti di gruppi rivali.

Le gangs di giovanissimi, quindi, negli ultimi anni, costituiscono, proprio, l’espressione di una latitanza degli esponenti di vertice dei clan camorristici, capaci una volta di assicurare la presenza ed il controllo rappresentativo sul territorio e, dunque, di imporre la loro “legge”.

Questa è la manifestazione concreta della crisi di un “sistema di regole”, che consente, di fatto, l’emersione di soggetti desiderosi di mettersi in mostra e che necessitano, con ferocia, di “competere tra pari”, proprio nello spirito della affermazione di una gerarchia di dominanza utile a scopo di potere economico e criminale.

Ed invero, pur al di fuori della logica camorristica, sono sempre più frequenti risse, con accoltellamenti o ferimenti con armi da fuoco, perpetrati nei confronti di esponenti di aggregazioni giovanili di altri quartieri per futili motivi e quasi sempre nel contesto dei momenti della movida serale o del fine settimana, nei luoghi, perciò, di grande aggregazione giovanile (zona Chiaia, Vomero, Arenile Bagnoli, Decumani).

Spesso, si assiste anche ad una osmosi fra elementi giovani appartenenti a gruppi già operativi sotto il profilo di camorra e gruppi intesi come bande comuni, giacché è possibile rinvenirvi tra i membri anche giovanissimi rampolli di famiglie di camorra.

Istat nelle sue rilevazioni del 2023 dice che  la Campania si distingue negativamente per l’incidenza delle rapine (62,1 per 100 mila abitanti) e che qui c'è la più alta percezione di criminalità delle 20 regioni d'Italia.

Se ne deduce quindi che valgono le regole di sempre, quelle di buon senso che qualsiasi buon viaggiatore potrebbe condividere: evitare di mostrare oggetti di valore in modo evidente, tenere d'occhio i propri effetti personali e fare attenzione a luoghi affollati e poco illuminati durante le ore notturne.
Ma soprattutto c'è un elemento che riguarda la Napoli d'oggi: non affidarsi al pregiudizio, sia in un senso che nell'altro.

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