Protesta dei tassisti a Napoli, finto funerale con bara: “Qui giace la nostra categoria”
Ancora un giorno di protesta per i tassisti napoletani, che contestano la decisione dell'ingresso della Campania in zona rossa e chiedono misure di sostegno per il reddito dopo il crollo delle entrate dopo un anno di pandemia. Il corteo, al quale hanno preso parte un centinaio di tassisti, è partito da piazza Plebiscito ed ha raggiunto, passando per via Cesario Console e via Santa Lucia, il palazzo della Regione Campania. I tassisti, a piedi, hanno simulato il funerale della loro professione, portando a spalla anche una bara, con sopra la classica insegna luminosa dei taxi.
"Qui giace la categoria taxi", recita uno degli striscioni durante la manifestazione. Tanti anche i cori contro De Luca e la Regione Campania, alcuni di sfottò ("De Luca portaci a ballare"), altri più duri contro l'amministrazione regionale. Una protesta, quella dei tassisti, che va avanti da diversi giorni, con sit-in e proteste in strada. Anche oggi, mini-corteo blindato con la polizia che ha tenuto il tutto sotto controllo. Ma a parte cori e proteste, non ci sono stati episodi che abbiano richiesto l'intervento delle forze dell'ordine. "Continueremo le nostre proteste finché non avremo i nostri sussidi", hanno spiegato i tassisti, "visto che ormai non possiamo permetterci neppure di mettere la benzina nei nostri taxi". Da un anno ormai, complice la pandemia e il lockdown, sono praticamente scomparsi i turisti che rappresentavano una delle "fonti" di introiti per diverse attività economiche, ed anche gli stessi napoletani, tra zone rosse, chiusure dei bar e ristoranti, nonché di tantissimi negozi, si spostano molto meno e ancor meno rivolgendosi ai taxi, lamentano i tassisti.