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Proiettile alla consigliera regionale Rescigno: c’è un secondo indagato, è un conoscente

Secondo indagato per la vicenda della busta con proiettile inviata alla consigliera regionale della Lega Rescigno: si tratterebbe di un soggetto del suo staff.
A cura di Nico Falco
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Carmela Rescigno (Lega)
Carmela Rescigno (Lega)

C'è un secondo indagato per la vicenda del proiettile recapitato alla consigliera regionale della Lega Carmela Rescigno: dopo il 67enne di Castello di Cisterna, individuato durante le prime indagini dai carabinieri, è finito sotto inchiesta un conoscente della politica, che da maggio farebbe parte del suo staff, e nei confronti del quale è stato eseguito un altro decreto di perquisizione; l'autorità giudiziaria ha acquisito due telefoni cellulari, su cui sono in corso accertamenti.

A riportare la svolta investigativa è il Corriere del Mezzogiorno. La vicenda risale allo scorso 25 ottobre, quando nell'abitazione della Rescigno, a Camposano, in provincia di Napoli, era stata recapitata una busta gialla contenente un proiettile. Il plico riportava come destinatario la politica, mentre come mittente era stato indicato un nome inventato. Una palese intimidazione, che aveva portato la consigliera a sporgere immediatamente denuncia ai carabinieri. Le indagini dei militari avevano portato all'individuazione del primo sospettato, il 67enne di Castello di Cisterna, che era stato quindi iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Nola per minaccia grave e nei cui confronti era stato eseguito un decreto di perquisizione e di sequestro.

La storia aveva avuto una vasta eco mediatica e per la politica campana erano arrivati messaggi di vicinanza e solidarietà bipartisan; era intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini, che aveva aggiunto: "Porteremo avanti le nostre battaglie con ancora più determinazione". Pochi giorni dopo, il 24 novembre, la Rescigno era stata eletta Presidente della Commmissione Speciale Anticamorra, succedendo ad Attilio Pierro. Circa un mese dopo, le indagini dei carabinieri di Nola hanno portato all'individuazione del secondo sospettato.

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