Qualche settimana fa la Disney ha organizzato a Napoli un mega show per il film "Wish" uscito a dicembre. Per l'occasione il colosso dei cartoni animati predispose uno spettacolo pirotecnico poderoso e un video mapping (proiezioni) sulla facciata del Maschio Angioino. Tutti contenti, le immagini han fatto il giro del mondo. Tanto che qualcuno ha evidentemente pensato: perché non lo rifacciamo?
Peccato però che questo esperimento, pagato coi soldi della Città Metropolitana di Napoli (l'ex Provincia di Napoli che oggi è retta dallo stesso sindaco partenopeo in carica) non sia andato granché.
Qualche settimana fa il primo video mapping sulla facciata della chiesa di San Domenico Maggiore è stato accolto con scetticismo per un semplice motivo: il corno rosso non c'azzeccava proprio niente. Né con la storia della chiesa né con quella della piazza.
La scelta – apprendiamo – era ricaduta su simboli che avrebbero dovuto richiamare le più belle canzoni della tradizione napoletana: da ‘O sole mio a Tu sì ‘na cosa grande, passando per Era de Maggio e Tu vuò fà l’americano.
E arriviamo all'ultima sortita: sul bugnato della chiesa del Gesù Nuovo, nell'omonima piazza, è stata proiettata la stars and stripes, ovvero la bandiera degli Stati Uniti d'America. Ovviamente non è passata sotto silenzio – il primo a far sentire la sua voce è stato Pino De Stasio, consigliere di municipalità e presenza storica ai Decumani – e ovviamente più del corno rosso ha destato interesse e polemiche poiché collocata assolutamente out of context.
Le persone cui non stanno a genio gli States (per qualsivoglia motivo) hanno protestato; le persone che amano gli States non hanno capito. Perché l'operazione non è stata accompagnata da un valido contesto, anticipata da una chiara spiegazione.
Del resto non tutti, residenti o visitatori, erano obbligati a capire al volo il nesso fra la canzone di Renato Carosone e la bandiera Usa.
La città di Napoli è attraversata notte e giorno da centinaia di migliaia di turisti che arrivano da ogni parte del mondo. Operazioni grafiche degne di un diciottesimo o di un gender reveal party vanno evitate: oggi la città non si può permettere più queste leggerezze che scoprono il fianco a potenti strumentalizzazioni che rischiano di andare ben oltre.
E poi lasciamo stare la chiesa del Gesù: dal Dopoguerra (ma pure nei secoli precedenti) ne ha già viste tante.