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Prof picchiato a Casavatore, identificati due presunti aggressori: uno è il papà di uno studente

Sono stati identificati due dei presunti responsabili dell’aggressione al prof a Casavatore (Napoli); uno è il padre di uno studente della De Curtis.
A cura di Nico Falco
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Due persone sono state identificate e denunciate per il pestaggio ai danni di Enrico Morabito, il supplente della Antonio De Curtis picchiato sotto casa sua a Casavatore, in provincia di Napoli, nel pomeriggio dello scorso 17 febbraio; si tratta di due 35enni, uno di loro è risultato essere il padre di un alunno della scuola. Il reato ipotizzato per entrambi è di lesioni personale aggravate dall'aver commesso il fatto mediante più persone, per futili motivi e approfittando di circostanze atte ad ostacolare la privata difesa.

Ai due 35enni, uno originario di Napoli e l'altro di Casavatore, è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari; per arrivare all'identificazione, oltre al racconto di alcuni testimoni, si sono rivelate preziose anche le immagini della videosorveglianza. Sono in corso verifiche per identificare gli altri componenti del gruppo. Gli accertamenti erano partiti in seguito alla denuncia del docente, che aveva parlato dell'aggressione anche in un post su Facebook. Delle indagini si stanno occupando i carabinieri della stazione di Casavatore, a cui si era rivolto il docente, insieme a quelli della Compagnia di Casoria, coordinati dalla Procura di Napoli Nord. Morabito era stato trasportato in ambulanza in ospedale e dimesso con prognosi di 7 giorni.

Il docente, intervistato da Fanpage.it, aveva raccontato di essere stato vittima di un vero e proprio pestaggio: uno sconosciuto aveva citofonato a casa sua, a Casavatore, e lo aveva fatto uscire di casa con una scusa. Una volta in strada, un uomo gli aveva chiesto se fosse lui il prof della De Curtis e, alla risposta affermativa, era partita l'aggressione: in gruppo lo avevano preso a calci, a pugni, lo avevano sbattuto con la testa contro i vetri del palazzo. E, prima di andarsene, lo avevano avvisato: "Se ci denunci non ce ne frega niente, meglio per te che domani non ti presenti a scuola". Morabito aveva ipotizzato, parlandone apertamente, che si fosse trattato di una rappresaglia per un rimprovero che aveva fatto quella mattina a una classe troppo rumorosa.

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