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Presa a calci e schiaffi da ragazzini la scultura del bambinello di Jago in piazza Plebiscito

Presa a calci e schiaffi da ragazzini tra le risate dei compagni la scultura del bambinello dell’artista Jago, posizionata il 5 novembre scorso in piazza del Plebiscito a Napoli. L’opera intitolata “Look-down” a richiamare il periodo buio del lockdown del Coronavirus era un tributo a quanti in questi mesi “sono stati lasciati incatenati nella loro condizione”. Borrelli e Simioli: “Scene vergognose”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Presa a calci e schiaffi da ragazzini tra le risate dei compagni la scultura del bambinello dell'artista Jago, posizionata il 5 novembre scorso in piazza del Plebiscito a Napoli. L'opera intitolata “Look-down” a richiamare il periodo buio del lockdown del Coronavirus nei mesi di marzo e aprile, ritrae un neonato steso su un fianco, in posizione fetale, con una catena simbolo del cordone ombelicale ancorata al suolo. “Un invito a guardare in basso – aveva spiegato l'artista frusinate due mesi fa – ai problemi che affliggono la società e alla paura di una situazione di povertà diffusa che si prospetta essere molto preoccupante, soprattutto per i più fragili”. Un tributo a quanti in questi mesi “sono stati lasciati incatenati nella loro condizione”.

Purtroppo, non tutti hanno colto il messaggio di speranza e di dolore dell'artista. Alcuni ragazzi, ripresi in un video pubblicato sui social, hanno deciso di prendere a schiaffi e calci il bambinello. Tra le risate dei loro compagni che li riprendevano con i cellulari. “Stanno facendo il giro dei social alcuni video pubblicati da ragazzini – spiegano Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde, e Gianni Simioli, conduttore radiofonico – che si divertono a prendere a calci l’installazione di Jago, ‘look down’ in piazza del Plebiscito. Ci hanno segnalato questi filmati nei quali si vedono questi ragazzini farlo senza la cognizione del valore dell’opera, senza rispetto, divertendosi. Scene vergognose, indegne, che condanniamo senza se e senza ma. Abbiamo deciso di inviare i filmati in nostro possesso, e di dominio pubblico, alle autorità per verificare se esistano o meno o presupposti per una denuncia penale. A nostro avviso chi si comporta in questo modo va punito duramente”.

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