Ponte Morandi, la sorella di Matteo, morto a 26 anni: “Nemmeno un milione potrà fare giustizia”
Sono passati ormai due anni e mezzo dal crollo del Ponte Morandi a Genova, che il 14 agosto del 2018 provocò la morte di 43 persone. Matteo Bertonati, 26 anni, insieme agli amici Giovanni Battiloro, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione, è una delle quattro vittime del crollo di Torre del Greco, nella provincia di Napoli. Leri Bertonati, la sorella minore, ha affidato ai social network un lungo sfogo, rivolgendosi proprio ai responsabili del crollo:
Responsabili del crollo del Ponte Morandi, oggi mi affido ad un social media per rivolgermi a voi. Vi parlo da sorella che sotto le macerie del ponte ha perso il suo fratello maggiore. Voglio dirvi che io non vi odio.Non cado nella trappola di odio che avete creato. Il vuoto che ho dentro lo colmerò con l’amore. Io tra le mie preghiere metto anche voi. Prego per il risveglio delle vostre coscienze anestetizzate dal potere. Non vi auguro il male, non vi auguro neanche un po’ del dolore che ha distrutto i nostri cuori per sempre. Prego affinché un giorno qualunque voi abbiate occhi per vedere davvero cosa la vostra negligenza ha causato.Il dolore che avete seminato, che sia in carcere o meno il momento arriverà. E allora anche voi capirete quanto siamo piccoli in un disegno tanto immenso
Lo sfogo, commovente, della sorella minore di Matteo Bertonati, quasi una lettera aperta a chi le ha strappato uno degli affetti più cari, prosegue così:
Non sarà mai fatta giustizia. Niente riporterà indietro chi non c’è più. Niente mi farà rivivere mio fratello. Non un milione, non un miliardo, non un ergastolo. Mi auguro chiaramente che la giustizia faccia il suo corso e chi è coinvolto paghi le conseguenze dei propri errori, sopratutto per evitare ulteriori danni e tragedie. Niente, però, potrà farmi dire un giorno “è fatta giustizia”
Roberto Battiloro, papà di Giovanni, come detto anche lui vittima nel crollo del Ponte Morandi insieme ai tre amici con i quali stava andando in vacanza, ha rifiutato un maxi risarcimento da un milione di euro. "La vita di mio figlio non ha prezzo, voglio prima verità e giustizia" ha detto l'uomo.