Pochi tamponi Covid, la Campania ha avuto mesi per prepararsi e ora fa bandi d’urgenza
È un fatto: in Campania si effettuano pochi tamponi molecolari Covid rispetto al resto d'Italia. Lo dicono i dati assoluti (dai 5mila ai 7mila al giorno, a fronte dei 18-25mila della Lombardia negli ultimi giorni). Lo dicono i dati relativi alla popolazione e ai contagiati, elaborati dal Gimbe. C'è un problema e cozza con le promesse del governatore Vincenzo De Luca a inizio settembre (in piena campagna elettorale): faremo 10-12mila tamponi al giorno. Dove sono? Non si sa. Al Frullone, dove l'Asl Napoli 1 effettua i test, ci sono file interminabili; molti utenti lamentano di dover attendere tempo prezioso per ottenere l'esito del test. Possibile? Possibile che da marzo-aprile ad oggi la Regione Campania, col lanciafiamme sbandierato per ogni cosa, non sia stata capace di coprire questo gap col resto d'Italia? Possibile.
Tamponi in Campania, bando da 10 milioni
Lo dimostra un bando di gara (valore 10 milioni e 20mila euro, iva esclusa), ospitato sul sito di Soresa, la società della Regione che fa da centrale d'acquisto per il settore sanità: «fornitura di strumentazione e materiali per la diagnosi molecolare diretta di Sars Cov-2 da tampone». Il bando è di metà settembre. Quindi è stato varato quando le scuole stavano per aprire ed era già iniziata la lunga risalita dei contagi Covid la Regione Campania. In quel momento la Regione ha cercato di mettere una pezza. È tutto nero su bianco:
«l’Unità di Crisi, alla luce dell’intervenuta esigenza di potenziare la capacità produttiva della rete dei laboratori Coronet lab Campania, ha ravvisato la necessità di acquisire strumentazioni e forniture per la diagnosi molecolare diretta di Sars CoV-2 da tampone».
Cosa significa «intervenuta esigenza di potenziare la capacità produttiva»? Che servono più tamponi. Che tra quelli per i sintomatici e il contact tracking di amici, parenti e colleghi con cui sono stati a contatto i positivi, tra i tamponi conferma per avvenute guarigioni e quelli in settori pubblici specifici (scuole, tribunali, forze dell'ordine, personale ospedaliero) non restano possibilità per una seria indagine epidemiologica, ovvero per stanare i positivi asintomatici e portare a casa una valida mappa del contagio in Campania.
Dunque la Regione ha acquistato (acquisterà) estrattori preparatori per estrarre gli acidi nucleici e preparare le piastre, gli amplificatori per l'analisi qualitativa del materiale estratto e i relativi reagenti per l'amplificazione dei kit diagnostici. Poi c'è un bando d'urgenza da 420mila euro, per la fornitura di tamponi.
A fronte della situazione di emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili che sta interessando l’intero territorio nazionale, la Regione Campania ha l’urgenza di acquistare beni e servizi connessi, necessari per fronteggiare l’emergenza in corso. In considerazione di detta situazione emergenziale, con D.P.C.M. n. 623 del 27/02/2020 è stato individuato il Soggetto attuatore per il coordinamento delle attività poste in essere dalle strutture della Regione Campania competenti nei settori della protezione civile e della sanità, impegnate nella gestione dell’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili. Con successivo Decreto n. 46 del 10/03/2020, il Presidente della regione Campania, in qualità di soggetto attuatore, ha incaricato So.Re.Sa. S.p.A. di procedere all’acquisizione dei farmaci e dispositivi necessari ad implementare il numero di posti delle terapie intensive degli ospedali del Servizio sanitario regionale. I presupposti d’urgenza che legittimano il ricorso alla presente procedura negoziata ex art. 63, comma 2, lett. c), del D. Lgs. n. 50/2016, sono contenuti nella delibera del Consiglio del Ministri del 31 gennaio 2020, nell’Ordinanza del Capo Dipartimento della protezione civile n. 630/2020 e ss.mm. e ii., nonché nella Determina a contrarre pubblicata sul sito di So.Re.Sa. S.p.A., unitamente alla presente Lettera di invito a offrire.
Insomma: la Campania ha avuto mesi per prepararsi ma ora è costretta a fare bandi d'urgenza.
Ma basterà? Nossignore. E perché? Perché oramai il tampone è come il caffè e non si nega a nessuno: il Covid è entrato in maniera così possente nelle nostre vite, così pervasivo è stato il cambio di abitudini consolidate e così grosso è (in molti) il timore di aver contratto il Coronavirus anche solo prendendo la metropolitana che aiuterebbe non poco la possibilità di concedere ai privati – fatto salvo il percorso medico del caso – di effettuare i test a persone singole che magari, pur asintomatiche, ritengono di essere state esposte ad un possibile contagio. Ieri De Luca se ne è definitivamente convinto, forse anche dopo pressioni delle stesse associazioni di categoria e vista l'impennata di contagi recente. Quindi Soresa autorizzerà una serie di ulteriori laboratori privati che potranno accettare richieste dei singoli privati (non solo di aziende) e saranno dunque in grado di aumentare il numero di tamponi e rendere statisticamente ed epidemiologicamente valida e più accurata la mappa dei contagiati.
(articolo aggiornato il 9 ottobre ore 11.50)