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Pizza napoletana tradizionale o gourmet? L’infinito dibattito social sulle migliori pizzerie di Napoli

Quali sono le pizze più discusse (amate e odiate) sui social? E quali sono le pizzerie napoletane che fanno parlare maggiormente? Ecco un’analisi social su 370mila commenti.
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Vi è mai capitato (Alessandro Siani ci fece un formidabile sketch, anni fa) di essere con un gruppo di amici e non saper decidere in quale pizzeria di Napoli entrare? Ognuna ha dei pregi e dei difetti. E, soprattutto, ognuno ha in mente la sua idea di pizza. Accade la stessa cosa anche sui social media: le discussioni sono potenzialmente infinite e possono trattare molteplici aspetti, peggio di un giudizio di Alessandro Borghese: dalla location al servizio, dai piatti allo "special" (un tempo definito "specialità della casa"). Non a caso la trasmissione tv più nota di Borghese, "4 Ristoranti", la prima volta che approdò a Napoli e scelse quattro notissimi locali, si stava per trasformare in uno scontro tra pizzaioli.

Meglio far parlare i numeri, anzi le discussioni. Fanpage può mostrare un'indagine condotta dal Social Media Analyst Pierluigi Vitale e da Serena Pelosi, esperta di linguistica computazionale, in collaborazione con YouScan. L'indagine sulle conversazioni digitali ha analizzato oltre 370mila menzioni social tra settembre e ottobre 2024. I risultati sono davvero interessanti.

Le pizzerie protagoniste: Sorbillo e Da Michele contro Briatore

Nel panorama digitale spiccano i grandi nomi della tradizione, come Gino Sorbillo e "Da Michele", la pizzeria di Forcella targata Condurro. Entrambi sono nomi che hanno esportato la loro pizza in Italia e nel mondo. L'analisi evidenzia che accolgono consensi unanimi grazie alla loro fedeltà alla pizza napoletana classica. «Entrambe mantengono un livello di approvazione elevato, rappresentando per molti il simbolo autentico di Napoli».

Diversa, invece, la posizione di Flavio Briatore, patron di Crazy Pizza (di recente l'imprenditore ha aperto un locale a Napoli, sul Lungomare) il cui approccio alla sfida apertamente la tradizione.  «Le sue dichiarazioni provocatorie, come definire la pizza napoletana "un chewing gum", hanno generato polemiche e acceso il dibattito sui social. Nonostante le sue intenzioni di proporre una visione innovativa, il sentiment verso il suo prodotto rimane polarizzato, con molte critiche da parte del pubblico». Anche Errico Porzio, uno dei pizzaioli-imprenditori in ascesa negli ultimi anni, complice anche la popolarità acquisita su Tiktok,  insieme a Vincenzo Capuano, altro nome top di Napoli, si contraddistingue nelle discussioni social per un grande impatto positivo che concilia innovazione e tradizione.

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Le tipologie di pizza: la Margherita regna, il “canotto” avanza

Tra le pizze più discusse, la regina indiscussa rimane la pizza margherita, che raccoglie il 44% delle menzioni nella top 10 delle preferenze. Seguono gusti più particolari come la salsiccia e friarielli (11%) e, inaspettatamente, la pizza carbonara con crema di formaggi, mozzarella, cipolla, uovo,  guanciale (uno dei must di Vitagliano, altra pizzeria molto nota di Napoli), dimostrando un’apertura verso sapori innovativi.

Un fenomeno interessante è l’ascesa della pizza "a canotto", caratterizzata dal cornicione alto e soffice. Questa variante contemporanea si è rivelata tre volte più popolare della classica "a ruota di carro", un tempo simbolo della tradizione. Il trend del "canotto" sottolinea il crescente interesse per l’innovazione anche in un settore fortemente radicato nella storia come quello della pizza.

Restano ovviamente i nomi classici, gli immancabili del menù: la pizza bianca con mozzarella, basilico e olio, la classicissima pizza marinara (pomodoro, aglio, origano e olio), l'immancabile pizza salsiccia e friarielli, la speciale "Vesuvio" (per metà calzone con la ricotta, e per metà una classica margherita).  E la pizza Diavola con peperoncino e salame piccante.

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Il prezzo è l'elemento che fa il successo di una pizzeria a Napoli

L'analisi "Pizza Social Listening" di Vitale e Pelosi con Youscan evidenzia anche le caratteristiche più discusse, quelle cioè che possono determinare successo o insuccesso: l'attenzione si concentra sulle percezioni del servizio, del sapore, del prezzo, della qualità e dell'atmosfera nei locali che offrono pizza. Il servizio emerge come l'aspetto più discusso, seguito dalla qualità del gusto e infine dal prezzo, che è l'unico aspetto che raccoglie più del 20% di opinioni negative, nonostante un giudizio complessivamente positivo. Questi dati sottolineano come il prezzo sia un fattore critico nella valutazione dell'esperienza culinaria, anche quando il giudizio generale tende al positivo. In sintesi: una mazzata sullo scontrino in pizzeria è percepita molto peggio di un trattamento analogo in un ristorante.

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