Pintauro, il re delle sfogliatelle, chiude ad agosto. Motivo? Il prodotto va gustato caldo
Chi si ferma al civico 275 di via Toledo con l'acquolina in bocca di questi tempi di caldo intenso ha una delusione. Pintauro, il re della sfogliatella riccia e frolla è irrimediabilmente chiuso. Serranda calata sulla piccola bottega e sulla vetrina. Soltanto un microscopico cartello: «Chiusura stagionale». Qualche anno fa, in carattere ancor più piccolo, era riportata anche la spiegazione della chiusura estiva, piuttosto strana in tempi di boom turistico: «La sfogliatella è un dolce ipercalorico che va mangiato caldo. Ci scusiamo con la clientela».
Dunque Pintauro fa come Ferrero: il re della Nutella e di altre leccornie di cioccolato non produce i suoi dolci durante il periodo di forte caldo. E così la pasticceria partenopea da sempre durante il periodo di fine luglio e agosto preferisce che i suoi clienti attendano settembre o una prossima visita a Napoli piuttosto che farsi ricordare per un mal di pancia sotto il sole a 40 gradi.
Sui social network il "popolo del food porn" si divide: c'è chi giudica questo atteggiamento un inutile oltranzismo, visto che altri luoghi-simbolo della sfogliatella partenopea sono aperti e operativi d'estate.
Alcuni nomi? Sfogliatella Mary in Galleria Umberto lato via Toledo, Attanasio e Cuori di Sfogliatella in zona Ferrovia o Caffè Gambrinus in piazza Trieste e Trento. Quest'ultimo ha addirittura proposto una versione estiva della sfogliatella: si chiama "Follia" ed è un mix di riccia e frolla, con un ripieno di ricotta al limone e cubetti di arancio. Una bomba.
Uno dei temi è proprio questo. Scrive Pintauro per giustificare la chiusura: la «sfogliatella è un dolce ipercalorico», sottintendendo che d'estate mangiare tante calorie, con un alimento caseario (la ricotta) per lo più caldissimo, non è una grande esperienza.
Le calorie di una sfogliatella riccia che in media pesa 130 grammi, sono poco meno di 440. Per qualcuno, dunque, la bomba calorica di pasta frolla, ricotta e aromi è meglio rimandarla in autunno. Per altri, invece, è proprio in tempo di vacanze che bisogna lasciarsi andare. Come si dice in questi casi: de gustibus non est disputandum.