Piazza di spaccio della Sposa ai Quartieri Spagnoli di Napoli: perché si chiama così
Nel centro di Napoli dire "la Sposa", senza ulteriori precisazioni, spesso significa solo una cosa: "fumo" (hashish), marijuana. E cocaina.
Così, infatti, si chiama la principale piazza di spaccio dei Quartieri Spagnoli e una delle più note in città, probabilmente tra le poche che possono vantare di essere un brand, di avere addirittura un nome proprio che non richiami né la strada in cui si trova né chi la gestisce.
Dov'è la piazza di spaccio della Sposa a Napoli
Attiva in vico Taverna Penta ai Quartieri Spagnoli fin dagli anni Novanta, secondo le risultanze investigative il gruppo che la gestiva farebbe capo a Carmine Furgiero detto ‘o Pop, tra i 53 destinatari della misura cautelare eseguita il 29 maggio 2023 da carabinieri e polizia contro i clan dei Quartieri.
Quanto guadagna la piazza della Sposa
Gli interventi delle forze dell'ordine lungo quella strada ormai non si contano più, ma nonostante gli sforzi e le continue operazioni la piazza di spaccio è rimasta sempre in piedi. Il motivo, probabilmente, è soprattutto nella conformazione urbanistica, che rende il vicolo facilmente controllabile specie se le stradine laterali vengono bloccate da sedie o auto in sosta che bloccano gli accessi e sono costantemente monitorate da vedette.
Diversi collaboratori di giustizia hanno indicato come attuali gestori principali Carmine Furgiero (quello della famosa scenetta con la piscina in strada…), il figlio Luigi e il cognato Gaetano Avoletto. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti la piazza di spaccio sarebbe la più fiorente dei Quartieri Spagnoli anche ai giorni nostri: soltanto per la gestione il gruppo di Furgiero avrebbe versato 400 euro a settimana a ciascuno dei tre gruppi confederati, i Saltalamacchia, gli Esposito e i Masiello: in pratica 1.200 euro a settimana, 4.800 euro al mese.
E il giro d'affari sarebbe stato ancora più grosso una decina di anni fa, stando a quanto illustrato da Vincenzo Gallozzi, in passato esponente di spicco del clan Di Biase, alias "i Faiano", divenuto poi collaboratore di giustizia.
Nel 2008, l'anno in cui aveva cominciato a rilasciare dichiarazioni sul sistema camorra dei Quartieri Spagnoli, aveva parlato anche della piazza di spaccio della "Sposa", i cui gestori versavano il pizzo al clan:
Grazie a questa piazza di droga il clan Di Biasi percepiva come guadagno circa 12mila euro al mese solo per gestire l'attività in quella zona. Inoltre, per la droga fornita, il clan percepiva dai gestori della piazza circa 10 chili di marijuana al mese e 50 chili di hashish. Il costo di questa droga era pari a 2mila euro al chilo circa per l'hashish e 6.500 euro al chilo per la marijuana.
Perché si chiama piazza di spaccio della Sposa?
Sul motivo perché la piazza di spaccio si chiami così esistono in realtà diverse voci, nate tra i vicoli e poi assurte a verità col passaparola: secondo una di queste la fondatrice era una giovane donna che, rimasta vedova poco dopo il matrimonio, si era vista costretta a vendere droga per sfamare i figli.
Diversa, e sicuramente priva dell'aspetto romantico, la versione fornita da Galozzi: "Questa piazza viene denominata ‘a piazza d'a Sposa perché la madre di Avoletta fondò questa piazza di droga a circa vent'anni".
Il collaboratore di giustizia Giuseppe Scala, anche lui in passato tra le fila dei Di Biasi, fa risalire l'origine della piazza di spaccio a un periodo ancora precedente:
È un'intera famiglia, o meglio più famiglie, che gestiscono la piazza della Sposa. Si chiama così perché la nonna di Gaetano e di Giuseppe la chiamavano la Sposa.
La piazza della "Sposa" su Google Maps
Forse non è davvero "conosciuta in tutto il mondo", come aveva detto nel 2008 il collaboratore di giustizia, ex clan Di Biasi, Giuseppe Scala, ma sicuramente la posizione centrale e il fatto che negli ultimi anni la zona abbia visto un notevole incremento turistico ne hanno fatto uno dei principali punti di smercio di droga. E famosa lo è davvero, visto che qualche anno fa, probabilmente per via di qualche buontempone, era finita anche su Google Maps insieme a qualche altra piazza di spaccio di Scampia, segnalata come attività commerciale dove comprare "insalata, torrone e zucchero a velo"