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Pianura, sfilate armi in pugno nel fortino del clan rivale: “Ora comandiamo noi”

A Pianura prosegue la faida tra i clan: segnalate scorribande armi in pugno nella zona di via Cannavino, fortino dei Carillo-Perfetto.
A cura di Nico Falco
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Kalashnikov sequestrati a Pianura, repertorio
Kalashnikov sequestrati a Pianura, repertorio

Non sparano, si limitano a farsi vedere. Qualche passaggio con lo scooter, rigorosamente armi in pugno. Per mostrare che possono girare tranquillamente anche nel fortino del clan rivale, che anche quello, ormai, è roba loro: strategia dimostrativa, un gradino più in basso delle "stese", quella che negli ultimi giorni starebbero mettendo in campo nella zona di via Cannavino i reduci del clan Calone-Marsicano-Esposito, decimato, così come i Carillo-Perfetto, dal blitz della Polizia dello scorso 14 luglio.

Il messaggio appare chiaro: "Ora comandiamo noi, anche qui". Alle scorribande parteciperebbero quattro o cinque persone, tutti volti noti sia alle forze dell'ordine sia agli stessi abitanti del quartiere che, negli scorsi mesi, quando la faida era nel pieno, hanno dovuto fare spesso i conti con la possibilità di trovarsi sulla traiettoria di una pallottola impazzita. Col blitz di luglio sono finiti in manette diversi elementi di spicco dei Carillo-Perfetto, insediati tra via Cannavino e via Torricelli, e l'attuale reggente, Antonio Carillo, è ancora latitante.

Scorribande armi in pugno nel fortino dei Carillo-Perfetto

In questo contesto si collocherebbero le scorribande dei Calone-Marsicano-Esposito che, nonostante l'arresto del gotha (in carcere sono finiti Emanuele Marsicano, Antonio Calone e Carlo Esposito), potrebbero contare su una spalla forte oltre i confini del quartiere: scenario su cui sono in corso indagini, ma il clan avrebbe stretto un'alleanza con i gruppi di Soccavo e del Rione Traiano.

Tra i protagonisti di questo nuovo giro di alleanze criminali tra Pianura e Soccavo potrebbero esserci anche i Grimaldi, lo storico clan che negli ultimi mesi starebbe riguadagnando terreno proprio tramite l'appoggio di altre cosche dell'area flegrea. Nello scorso gennaio la polizia interruppe un incontro armato in una autofficina di Pianura e arrestò quattro persone: tra loro Umberto Loffredo, del gruppo malavitoso omonimo di Pianura, Gennaro Catone, per gli inquirenti elemento apicale del clan di "Abbasce Miano", a Miano, e Francesco Scognamillo, nipote di quel Tonino ‘o Parente che per lungo tempo era stato reggente del clan.

Faida di Pianura, il blitz contro i due clan rivali

I due clan di Pianura sono stati fortemente indeboliti dalle recenti operazioni di polizia. All'alba del 14 luglio erano scattate le manette per una trentina di persone, tra cui i vertici. E soltanto due giorni fa le manette erano scattate per Angelo Giovenco e Ciro D'Amico, entrambi ritenuti vicini ai Carillo-Perfetto: i carabinieri li hanno beccati mentre estorcevano il pizzo agli ambulanti del mercato di via Escriva.

La faida tra i Calone-Marsicano-Esposito e i Carillo-Perfetto aveva fatto negli ultimi mesi ripiombare nel terrore il quartiere di Napoli Ovest. Culmine dello scontro, l'omicidio di Andrea Covelli, il ragazzo sequestrato e ucciso nonostante non fosse inquadrato in dinamiche di malavita organizzata; forse si è trattato di una vendetta trasversale nei confronti del fratello, che invece è ritenuto legato ai Carillo-Perfetto, ma quell'assassinio è stato il punto di non ritorno.

Su TikTok l'ultimatum alla Polizia: "Arrestateli o scateneremo l'inferno"

Dopo il ritrovamento del corpo del 27enne, tra le strade del quartiere ci sono stati diversi ferimenti e agguati, anche quelli inquadrabili negli scontri, e i contrasti si sono spostati anche su TikTok, diventato via preferenziale per le comunicazioni delle nuove leve di camorra come raccontato dal professor Marcello Ravveduto in una intervista a Fanpage.it; in quei giorni sulla piattaforma dedicata ai video da un account anonimo sono stati indicati quelli che sarebbero gli assassini di Andrea Covelli ed è comparso un "ultimatum alla Polizia": una settimana per arrestarli, altrimenti li avrebbero ammazzati.

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