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Phishing bancario, ritrovati i soldi di Marco. Una frode da quasi 16mila euro: “Denunciate”

Trovati su un conto corrente a Salerno i soldi di Marco Filosa. Raccontò a Fanpage.it la truffa subita con il metodo del phishing bancario. Ora è in attesa che gli venga restituita l’intera somma.
A cura di Luca Leva
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Lieto fine per Marco Filosa, il dipendente comunale napoletano che,  pochi mesi fa, aveva raccontato a Fanpage.it della truffa subita con la tecnica del phishing bancario. Quasi 16.000 euro: è questa la somma che fu sottratta a Marco con pochi clic. “Oggi sono sereno – racconta Marco – dopo l’intervista mi chiamò un ispettore di Salerno che aveva visto il vostro video che, dico senza problemi, è stato utilissimo. Denunciare è importante – sottolinea – ed è importante anche farlo pubblicamente. Ma ancora più importante è stare attenti”.

Bastarono infatti pochi clic e pochi minuti a svuotare il conto corrente di Marco: prima un messaggio sul cellulare, poi una chiamata da un numero verde e, tratto in inganno, fu lui stesso ad autorizzare i bonifici verso un altro conto corrente. Il phishing bancario, infatti, è una tecnica fraudolenta che attraverso vari canali, come mail o messaggi. I truffatori ingannano le vittime, fingendosi un ente affidabile,  facendo in modo che rivelino i propri codici di accesso bancari o dei dispositivi, rendendo così possibile il furto di soldi dal conto corrente. Il termine deriva dall'inglese "fishing",  "pescare", un rimando al metodo utilizzato dai truffatori che sembrano proprio "pescare" informazioni sensibili.

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Dopo la denuncia e l’intervista Marco riuscì ad ottenere, grazie ad un arbitrato bancario, metà della somma persa dalla stessa banca. È infatti di pochi mesi fa una sentenza della Corte di Cassazione con la quale si è stabilito che, in determinati casi, il cliente di una banca che ha subito danni economici a causa di una truffa tramite il metodo del phishing, attuato con mezzi che imitano comunicazioni dell’istituto di credito stesso, deve essere risarcito. La sentenza 3780/2024 sancisce che le banche sono obbligate ad adottare «soluzioni idonee a prevenire o ridurre l’uso fraudolento dei sistemi elettronici di pagamento” e “per liberarsi dalla propria responsabilità, devono dimostrare la sopravvenienza di eventi che si collochino al di là dello sforzo diligente richiesto al debitore».

Oggi Marco è in attesa della restituzione dell’intera somma che, intanto, è stata trovata su un conto corrente a Salerno insieme ai soldi di un altro truffato.

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