Pestaggi in carcere, gli indagati scelgono il silenzio: nemmeno il Provveditore risponde al gip
Anche il provveditore delle carceri campane, Antonio Fullone, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il funzionario, tra gli indagati dell'inchiesta sulle violenze avvenute il 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), è attualmente sospeso, in seguito alla misura interdittiva emessa dallo stesso gip davanti al quale ieri mattina, durante l'interrogatorio di garanzia, ha deciso di non parlare. Ieri sono stati sentiti anche altri indagati finiti agli arresti, come gli agenti Giuseppe Conforti e Raffaele Piccolo, entrambi ai domiciliari; i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Fullone, difeso dall'avvocato Sabina Coppola, è indagato per depistaggio e favoreggiamento. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere avrebbe autorizzato la "perquisizione straordinaria" del 6 aprile, quella che poi si è tradotta nelle violenze sui detenuti, ed avrebbe tentato di depistare le indagini depositando una relazione contenente informazioni false. Il funzionario ha sposato la stessa linea difensiva di quasi tutti gli indagati, limitandosi a rendere una dichiarazione spontanea in cui ha respinto le contestazioni e ha spiegato di voler rispondere alle domande solo dopo aver studiato tutti gli atti dell'indagine. Per Fullone i pm avevano chiesto gli arresti domiciliari, ma il gip del tribunale sammaritano aveva optato per la misura dell'interdizione; la Procura ha presentato appello al Riesame.
Nei giorni successivi all'ordinanza firmata dal gip Sergio Enea, lo stesso con cui ieri ha sostenuto l'interrogatorio di garanzia, il provveditore aveva ricevuto anche la sospensione amministrativa dal ministero della Giustizia, insieme agli altri indagati. Al posto di Fullone è subentrato il reggente Carmelo Cantone, che con una circolare ha consigliato agli agenti della Polizia Penitenziaria di indossare le divise esclusivamente sul luogo di lavoro; una decisione verosimilmente basata sul timore di ritorsioni contro i poliziotti che potrebbero coinvolgere anche quelli non coinvolti nell'inchiesta ma ormai identificati come violenti per la sola appartenenza al Corpo.