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Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta)

Pestaggi a Santa Maria, poliziotto scarcerato: non era lui quello nei video

Inizialmente arrestato e sottoposto ai domiciliari, uno degli agenti di Santa Maria Capua Vetere, tra gli accusati dei pestaggi sui detenuti, è stato scarcerato dopo l’interrogatorio di garanzia: è emerso che non era in servizio il 5 e il 6 aprile 2020 e che c’era stato un errore nell’identificazione, non era lui quello ripreso dai video.
A cura di Nico Falco
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Dieci giorni agli arresti domiciliari, poi il dietrofront degli inquirenti: è stato un errore di persona, non era lui quello ripreso dai video. Dopo l'interrogatorio di garanzia che si è tenuto lunedì il gip Sergio Enea ha disposto la scarcerazione per l'agente della Polizia Penitenziaria Giuliano Zullo, 55 anni, tra i destinatari delle misure cautelari nell'ambito dell'inchiesta sulle violenze avvenute il 6 aprile 2020 nel carcere Francesco Uccella di Santa Maria Capua Vetere.

Gli avvocati del poliziotto, Giuseppe Stellato ed Ernesto De Angelis, hanno dimostrato che si è trattato di un errore di persona. Innanzitutto la presenza dell'agente non risulta: è impiegato dal martedì al sabato nell'ufficio colloqui con i detenuti, e quei giorni, tra il 5 e il 6 aprile (domenica e lunedì) era di riposo. Inoltre, è emerso che i detenuti che lo avevano indicato si erano sbagliati, confondendoli con un altro agente; l'uomo è facilmente riconoscibile per il colore dei capelli e altre caratteristiche somatiche che, al contrario, non compaiono nel poliziotto che si vede nei video e che inizialmente era stato identificato per Zullo.

Pochi giorni fa era stato scarcerato anche un altro poliziotto, Angelo Bruno, per il quale era stato invece disposto il carcere: assistito dall'avvocato Rossana Ferraro, l'uomo ha presentato documentazione attestante che è stato riformato dalla Polizia Penitenziaria nel marzo 2021 (pratica avviata già nel 2019) per una patologia agli arti, circostanza che fa quindi venire meno le esigenze cautelari, non essendo più possibile la reiterazione del reato e l'inquinamento delle prove.

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