Pescivendolo ucciso a Boscoreale, l’identikit degli assassini: rapinatori della zona e dal grilletto facile
Criminali già noti ma di piccolo cabotaggio, residenti molto probabilmente nella zona, con possibilità di reperire facilmente delle armi ma senza il sangue freddo per gestire imprevisti: sarebbe di questo tipo il profilo dei rapinatori-assassini che nella notte scorsa hanno ammazzato il pescivendolo 41enne Antonio Morione, che aveva reagito al loro raid nella sua pescheria, a Boscoreale, in provincia di Napoli. Le indagini sono condotte dai carabinieri, che in queste ore, parallelamente ai pattugliamenti e ai controlli in strada, stanno passando al setaccio le "vecchie conoscenze" delle forze dell'ordine.
Le rapine in due pescherie vicine, l'auto trovata poco distante
Poco prima del raid nella pescheria "Il Delfino", in via Giovanni Della Rocca, ce n'era stato un altro in via Armando Diaz, ai danni di "La rosa dei venti". Anche nel primo caso si tratta di una pescheria, è gestita da Giovanni Morione, fratello della vittima. Gli investigatori ritengono plausibile che si sia trattato della stessa banda, che avrebbe scelto quel tipo di attività commerciali per la notte dell'Antivigilia in quanto obiettivi tanto facili quanto fruttuosi. Le due attività commerciali si trovano ad appena 160 metri di distanza: uno spazio che consentirebbe due rapine lampo e una immediata fuga.
Successivamente un'automobile è stata trovata bruciata nella zona del Piano Napoli, a circa tre chilometri: gli accertamenti sono in corso, ma il tipo di vettura sarebbe compatibile con quello utilizzato dalla banda. I criminali avrebbero escogitato quindi un piano da mettere poco più di tre chilometri: due rapine in rapida successione e subito dopo la fuga. E in questo potrebbe essere stata determinante la prossimità territoriale, uno dei fattori individuati dalle forze dell'ordine nello studio della microcriminalità: è possibile che chi ha colpito abiti nelle vicinanze, conosca quindi la zona e sappia come muoversi e dove scappare.
Criminali armati ma incapaci di gestire imprevisti
I criminali hanno sparato in entrambe le rapine. Nel primo caso è stato trovato un bossolo calibro 9×21. Lo stesso tipo dei quattro rinvenuti nella seconda pescheria, quelli delle pallottole esplose contro Antonio Morione. Verosimile che siano stati sparati dalla stessa pistola, altro elemento che fa ritenere che i rapinatori siano stati gli stessi.
Se nel primo caso, però, è bastato esplodere un colpo per mettere a segno la rapina, quando hanno assaltato "I Delfini" hanno dovuto fare i conti con la reazione del 41enne: l'uomo ha afferrato un coltellaccio da pesce e ha squarciato la ruota dell'automobile dei criminali. I due che erano rimasti nel veicolo hanno subito ingranato la marcia per scappare, il terzo nel raggiungerli ha aperto il fuoco. Quattro colpi, esplosi probabilmente nel panico e per coprirsi la fuga, uno dei quali ha centrato Morione alla testa, ferendolo mortalmente; l'uomo è riuscito a rientrare nell'attività, dove si trovavano la moglie e i tre figli, ma è morto durante il trasporto in ospedale.