Perché Vincenzo De Luca è indagato
L'indagine che coinvolge il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di reato di falso e truffa, risale a circa 3 anni fa e riguarda un presunto aiuto che il governatore avrebbe fornito a quattro agenti della Polizia Municipale di Salerno, assegnandoli alla Regione con un ruolo che non avrebbero potuto ricoprire per formazione e per titoli e assicurando loro un aumento di stipendio di quasi 5mila euro lordi all'anno. Il procedimento nasce dagli accertamenti effettuati dopo un incidente stradale a Salerno: era il 15 settembre del 2017 quando l'automobile del presidente, procedendo contromano in via Lanzarone, nel rione Carmine, investì una 22enne in scooter; dalle successive verifiche era emerso che a guidare l'auto era un agente della Polizia Municipale di Salerno, dal 2016 nominato responsabile della segreteria del presidente della Regione con funzioni di "rapporti con le strutture regionali e le istituzioni locali".
L'inchiesta, condotta dal pm Ida Frongillo e dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, è partita dopo l'interrogazione presentata nel 2017 dall'ex assessore regionale al Lavoro Severino Nappi (candidato con la Lega alle prossime elezioni in Campania) al capo di gabinetto del presidente della Regione e inviata per conoscenza in Procura e alla Corte dei Conti; Nappi aveva chiesto di conoscere le ragioni per le quali l'auto della Regione in uso al Presidente "risulti abitualmente condotta da personale diverso da uno dei circa 20 dipendenti in ruolo all'amministrazione regionale, inquadrati con mansioni di autista" e aveva chiesto di sapere quali disposizioni normative consentano di "assegnare funzioni a soggetti che risultino inquadrati per lo svolgimento di funzioni differenti" e di attribuire all'autista "un trattamento economico corrispondente a quello di un dirigente". Lo stesso trattamento economico, aveva ricostruito Nappi ed era riportato nell'interrogazione, era stato attribuito ad altri tre agenti della Municipale, dipendenti del Comune di Salerno, tutti "comandati nell'amministrazione regionale".
Secondo i magistrati De Luca avrebbe aiutato i quattro inserendoli nello staff delle relazioni istituzionali in Regione, pur essendo loro privi di formazione e titoli necessari, garantendo un aumento di stipendi di 4.600 euro lordi a persona all'anno. L'avvocato Andrea Castaldo, difensore del governatore, con una nota ha spiegato che "il presidente De Luca ha fornito i necessari chiarimenti attraverso la produzione di apposita documentazione, nonché nel corso di interrogatorio, avvenuto peraltro molti mesi prima del lockdown e non durante esso, come erroneamente riportato".
Inoltre, continua il legale, "la contestazione per cui si procede non riguarda l'ipotesi di abuso d'ufficio come pure erroneamente pubblicato da alcuni organi di informazione. Non risponde al vero che ‘vigili urbani siano stati promossi in Regione'. L'Ufficio di diretta collaborazione del presidente della Giunta regionale della Campania, nell'ambito di una riorganizzazione che ha consentito un risparmio di spesa rispetto alla precedente Amministrazione, si avvale tra i collaboratori, scelti in base a criteri di fiducia, di autorizzati alla guida, in precedenza in servizio presso il Comando di Polizia municipale di Salerno. Al fine di evitare ogni strumentalizzazione, in considerazione del momento elettorale prossimo, si ribadisce come non vi sia alcuna novità processuale e il procedimento sia del 2017. Si resta sereni e fiduciosi di un esito positivo, attesa la piena legittimità e trasparenza delle scelte amministrative degli Uffici competenti, confidando nella competenza, serietà ed equilibrio dell'autorità inquirente".