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Perché Tina Rispoli è ancora in carcere: “Intensa capacità criminale e manageriale”

Le motivazioni del Tribunale del Riesame che tengono in carcere Tina Rispoli: il profilo criminale della donna delineato dai collaboratori di giustizia.
A cura di Nico Falco
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Usura, investimento dei soldi illeciti eredità dell'ex marito ucciso, controllo della droga e anche il ruolo di vertice del clan: è il ritratto che diversi collaboratori di giustizia hanno tracciato di Tina Rispoli, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa perché avrebbe finanziato il clan Di Lauro di Secondigliano con accordi con Vincenzo Di Lauro, secondogenito di Paolo Di Lauro alias "Ciruzzo il Milionario". La donna è in carcere dallo scorso 18 ottobre, finita in manette col marito, il neomelodico Tony Colombo. La misura cautelare è stata confermata pochi giorni dopo dal Riesame. Nelle motivazioni, depositate successivamente, i magistrati puntano proprio sul profilo, sottolineando la sua "intensa capacità criminale" e la "capacità manageriale". Per metà marzo è prevista la pronuncia della Cassazione.

La fabbrica di sigarette ad Acerra

Per gli inquirenti Tina Rispoli avrebbe partecipato economicamente alla realizzazione della fabbrica di sigarette clandestina sequestrata ad Acerra, affare in capo al fratello, Raffaele Rispoli, e a Vincenzo Di Lauro. Nell'ordinanza viene riportato un passaggio dal quale si evince che Tina Rispoli era a conoscenza di quell'operazione: quando scatta il blitz della Guardia di Finanza la donna ne parla col marito tramite chat, i coniugi appaiono increduli del fatto che il capannone sia stato trovato in quanto in pochi sapevano della sua esistenza.

Quella è l'unica occasione in cui la donna parla dell'argomento, al contrario del marito, che invece scambia diversi messaggi con Raffaele Rispoli: il cognato gli mostra packaging delle confezioni di sigarette contraffatte e dice al neomelodico che lo avviserà quando sarà tutto pronto.

Gli episodi dell’inchiesta

Tina Rispoli, "Intensa capacità criminale"

I coniugi sono difesi dagli avvocati Carmine Foreste e Paolo Trofino, che avevano presentato ricorso al Riesame (e successivamente alla Cassazione) chiedendo la revoca della misura o l'applicazione di quella meno afflittiva degli arresti domiciliari, sostenendo che gli elementi raccolti non sarebbero sufficienti provare il coinvolgimento attivo nell'affare delle sigarette, ovvero la circostanza su cui si fonda l'accusa di concorso esterno.

Nelle motivazioni del Riesame viene sottolineato che Colombo "agisce simbioticamente (con la moglie, ndr) condividendone le scelte attinenti all'impiego delle somme di denaro che la stessa detiene". La figura della Rispoli è stata ricostruita sulle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, tra cui Salvatore Tamburrino, ex luogotenente di Marco Di Lauro, Gianluca Giugliano, che a lungo era stato fidanzato con la sorella di Tina Rispoli, e Genny Carra, ex reggente del clan Cutolo del Rione Traiano. Sottolineano i giudici nel motivare la necessità della misura cautelare in carcere:

Si deve rilevare come la Rispoli abbia manifestato nel tempo un'intensa capacità criminale; come è emerso dalle indagini dei procedimenti esaminati la ricorrente opera in più campi illeciti evidenziando una capacità manageriale che le ha consentito di investire i proventi illeciti in molteplici settori, utilizzando relazioni ramificate con diversificati contesti illeciti che operano in territori contigui.

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