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Campi Flegrei

Perché per i terremoti ai Campi Flegrei non basta più ciò che è stato fatto finora

È chiaro a tutti che sui Campi Flegrei non basta ciò che è stato fatto finora. Serve una accelerata complessiva nei piani di sicurezza.
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Non sono terremoti di faglia, è bradisismo. E da anni ai Campi Flegrei il bradisismo è ripreso, il terremoto 4.4 non è un caso isolato. Il sollevamento del suolo continua, c'è il problema collaterale dei gas (è di questo periodo il "caso" dell'anidride carbonica, la CO2). E ci sono  scosse, quasi tutte fortunatamente brevi e di lieve entità, ma incessanti. Uno stillicidio per chi vive in quella zona. Sappiamo cosa sta succedendo perché gli studiosi monitorano la caldera punto per punto con una precisione come poche al mondo.

Il problema, in tutta questa storia del bradisismo ai Campi Flegrei è che ad ogni terremoto oltre la magnitudo 4,  aumenta lo spavento e si fa largo la domanda: «Che si fa, ora?». Per adesso i danni sono fortunatamente limitati, ma responsabilmente, senza allarmarsi, occorre pensare anche a scenari non rassicuranti.

Molto semplice: non basta ciò che è stato fatto finora. Servono lavori più rapidi per le vie di fuga – al momento siamo nei tempi  della solita Italia di decreti, gare, appalti e ricorsi  -. Servono soldi e soluzioni per iniziare a proporre a chi è nelle aree più a rischio una alternativa concreta: spostarsi, ridurre la pressione antropica determinate aree. Serve rafforzare la Protezione Civile con unità dedicate al bradisismo.

La speranza, ad ogni terremoto, è sempre la stessa: che la grossa caldera vulcanica decida, come negli anni Settanta, negli anni Ottanta e chissà quante altre volte nei secoli passati, di fare dietrofront e "sgonfiare" questo sollevamento del suolo. Per ora non è così. L'unica cosa che può fare uno Stato è prenderne atto. E proporre un altro pacchetto "sicurezza bradisismo", anche se i cittadini tutti devono aver ben chiaro il concetto che in questi casi la sicurezza non è assicurabile al 100%.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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