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Campi Flegrei

Perché l’eruzione dei Campi Flegrei non è imminente secondo la vulcanologa Ingv Francesca Bianco: tutti i segnali

Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani Ingv: “La probabilità di un evento eruttivo a breve termine oggi è trascurabile”. Quali sono i segnali del possibile arrivo di una eruzione.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Ai Campi Flegrei “la probabilità di un evento eruttivo a breve termine oggi è trascurabile. Stiamo osservando una intensificazione della crisi bradisismica che al momento non ha le dimensioni di quella degli anni ’80. Come si evolverà? Non lo sappiamo. Ma sappiamo che quanto più ci sarà sollevamento, e se ci sarà, i terremoti continueranno ad esserci. Da studi effettuati, il massimo terremoto atteso nell’area non dovrebbe essere superiore a magnitudo 5.00”.

A parlare è Francesca Bianco, sismologa e vulcanologa, ex direttrice dell’Osservatorio Vesuviano  e oggi direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia, nel corso della sua relazione sull'attuale ‘fase bradisismica ai Campi Flegrei' in occasione della Notte europea dei ricercatori Streets 2023 all'Università Federico II di Napoli.

Bianco ha tenuto un lungo intervento in aula, illustrando gli ultimi studi scientifici sulla caldera dei Campi Flegrei, anche alla luce della ripresa del bradisismo e spiegando anche quali potrebbero essere i possibili segnali, al momento non presenti secondo gli studiosi, di una eruzione a breve termine.

La vulcanologa Francesca Bianco, direttrice Dipartimento Vulcani Ingv
La vulcanologa Francesca Bianco, direttrice Dipartimento Vulcani Ingv

Bianco (Ingv): "C'è incremento crisi bradisismica"

Secondo la direttrice Francesca Bianco,

I Campi Flegrei da qualche mese stanno sperimentando un incremento della crisi bradisismica che si manifesta soprattutto con un incremento della frequenza di accadimento dei terremoti e con qualche evento di magnitudo maggiore rispetto alle altre. L’evento di magnitudo massima si è registrato la notte del 27 settembre ed è stato di magnitudo 4.2, comparabile con quelle maggiori misurate durante la crisi bradisismica ’83-’84.

E aggiunge:

In questo momento non ci sono altri parametri del monitoraggio che mostrano anomalie significative, tanto da farci intendere che qualcosa stia cambiando nella dinamica vulcanica. Al momento sembrerebbe che siamo in presenza di una variazione incrementale della crisi bradisismica. L’evoluzione non la conosciamo. si tratta di fenomeni legati ai terremoti che non si possono prevedere.

Tutti i segnali che avvisano dell’arrivo di una eruzione

Gli scienziati da tempo studiano gli scenari pre-eruttivi, che servono per definire la pericolosità a breve termine. La pericolosità è la probabilità che un’area sia interessata da un fenomeno vulcanico potenzialmente distruttivo in un determinato intervallo di tempo. Per questo studio gli scienziati, oltre al monitoraggio h24 della caldera con diversi e numerosi strumenti, si avvalgono di diverse informazioni, come lo studio di altri vulcani simili, come il Rabaul, in Papua Nuova Guinea, eruttato nel 1994, il precedente dell’eruzione del Monte Nuovo del 1538, l’unica eruzione storica conosciuta ai Campi Flegrei, ma anche i movimenti del suolo nei secoli e l’attuale stato dei Campi Flegrei.

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Bianco ha spiegato durante la relazione che:

"Perché si verifichi un’eruzione è necessario che il magma si muova verso la superficie. E questo comporterebbe che":

  • la sismicità dovrebbe mostrare una migrazione degli ipocentri
  • si dovrebbero osservare eventi sismici a bassa frequenza dovuti all’oscillazione del magma nei crack crostali
  • si dovrebbero osservare consistenti modifiche nella geometria della deformazione del suolo che perderebbe la sua simmetria radiale, la sua forma “a campana” e la stabilità nella posizione della sorgente
  • Si dovrebbero osservare consistenti modifiche al campo della gravità dovute alla nuova massa che si approssima in superficie
  • si dovrebbero osservare consistenti incrementi nella temperatura dei volumi rocciosisi dovrebbero osservare specie chimiche tipiche dell’arrivo di magma in superficie

"Nessuno di questi fenomeni – ha affermato la direttrice – è stato sinora osservato nella crisi attuale".

L’eruzione del 1538, per esempio, fu preceduta da un lungo sollevamento della terra durato circa due secoli, dal 1251 al 1536, nei pressi del Rione Terra. Nei due anni precedenti al 1538, poi, “la zona di massimo sollevamento si spostò ad ovest. La forma della ‘campana’ cambiò, si aggiunse un altro picco”.

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