Perché la Campania torna in zona arancione da domenica 21 febbraio
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati dell'Istituto superiore di Sanità e delle indicazioni della Cabina di Regia, ha pronta la nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 21 febbraio e prevede il passaggio in area arancione della Campania (insieme ad Emilia Romagna e Molise). Dunque la Campania è come ci si attendeva ritornata nella zona di medio rischio e maggiori restrizioni rispetto all'area gialla Covid-19. Ma perché questa decisione? La Campania è da un mese in zona gialla, cosa è cambiato nei parametri tanto da giustificare questa presa di posizione? Anzitutto, il dato dell'indice di contagio Rt, schizzato a 1.16. Poi la verifica di nuovi focolai in residenze per anziani e scuole. E infine la paura della diffusione capillare di varianti al Covid molto più contagiose: al momento la cosiddetta "variante inglese" è riscontrata in 1 caso su 4. Ma se i numeri dovessero aumentare entro marzo la regione rivivrebbe i giorni cupi dell'autunno scorso.
La Campania ha visto l'impennata del suo indice di contagio Rt a 1,16 (1,07-1,25 è l'intervallo di confidenza minimo-massimo) che la scorsa settimana era 0,8. Ciò, unita alla conferma di classificazione di rischio moderato, ha fatto scattare lo scenario 2. La regione è tra quelle che hanno registrato il maggior incremento nei contagi nella settimana compresa tra il 10 e il 16 febbraio scorsi. Attualmente i campani positivi al coronavirus sono 248.165, con oltre 149mila casi registrati solo nell'area metropolitana di Napoli. E Salerno – 37mila casi – è la seconda città per incidenza del virus, considerata la densità abitativa, nonostante Caserta registri quasi 42mila casi. Ad Avellino e Benevento poco meno di 11mila casi la prima, e 6637 la seconda.
Nel monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute si legge:
Si confermano per la terza settimana segnali di tendenza ad un graduale incremento nell'evoluzione epidemiologica che richiede misure di mitigazione nazionali e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione. Un nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l'incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per COVID-19 in area critica. Si ribadisce, anche alla luce della conferma della circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità, di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità.
In Campania – lo abbiamo visto la scorsa settimana – c'è l'enorme problema dei controlli per far rispettare le ordinanze. Quella per San Valentino e Carnevale emanata dalla Regione di Vincenzo De Luca si è dimostrata un flop, c'è tuttavia da dire che il sindaco di Napoli Luigi De Magistris non ha mai voluto chiudere le zone più a rischio assembramento. Proprio De Luca oggi parla della zona arancione come di una decisione inevitabile:
In questa situazione era inevitabile tornare in zona arancione e, se non stiamo attenti, in zona rossa. Le immagini viste in Campania e in tutta Italia fanno venire i brividi . C'è un rilassamento totale. Le domeniche mattina con migliaia di ragazzi sui lungomare delle città, in gran parte senza mascherine, controlli serali in pratica inesistenti, qualche grande città della Campania abbandonata a se stessa. Questo significa ribloccare di nuovo le attività dei ristoranti e dei bar si fa solo l'asporto, si stringono di nuovo i freni e continuiamo ad andare avanti così. Un autentico calvario.