Perché i sismografi di Vesuvio e Campi Flegrei rilevano anche i terremoti in zone lontane
Il violento terremoto sull'isola di Taiwan avvenuto questa notte (le 8 del mattino locali, le 2 ora italiana), è stato "avvertito" anche dai sismografi dell'Osservatorio Vesuviano e dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Ma non perché la scossa, seppur molto violenta (7.4 di magnitudo) si sia registrata anche nel territorio campano, ma perché gli strumenti sismici sono in grado di avvertire anche i terremoti che avvengono in altre parti del mondo, lasciando un tracciato "diverso" da quelli locali.
Fanpage.it ha sentito Giuseppe De Natale, Vulcanologo e dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia, che da esperto del settore ha spiegato perché i sismografi di Vesuvio e Campi Flegrei abbiano rilevato anche un terremoto avvenuto, in linea d'aria, a poco meno di 10mila chilometri da Napoli (solo a titolo esemplificativo, dall'Aeroporto di Capodichino a quello di Hualien, dove è avvenuto il terremoto, la distanza in linea d'aria è di 9.620,27 chilometri, ndr).
"Il terremoto è stato registrato dai sismografi di tutto il mondo", ha spiegato De Natale a Fanpage.it, aggiungendo che "si tratta di tracce molto diverse da quelle dei terremoti locali o appenninici, ed anche dai disturbi usuali di vento, tuoni o attività umane". E sul perché i rilevatori sismici campani abbiano registrato un terremoto così lontano, aggiunge: "Quando c'è un terremoto molto forte come quello di Taiwan, le onde sismiche arrivano in ogni parte del pianeta con ampiezza sufficiente ad essere registrate dai sismografi. In ogni parte del Mondo vengono registrate con un ritardo, rispetto al tempo di accadimento, che dipende fondamentalmente dalla distanza dall’ipocentro“.
Non a caso dunque, seppur inavvertita dalla popolazione, l'onda lunga del terremoto di Taiwan è stata registrata anche in Campania a circa 12 minuti di distanza dalla scossa vera e propria. "Si tratta di un fenomeno molto importante per la geofisica", ha spiegato ancora De Natale a Fanpage.it, "perché registrare i forti terremoti, le cui onde sismiche arrivano con sufficiente energia in ogni parte del pianeta, ci permette di avere una mappatura del sottosuolo, è come avere una tomografia dell’interno della Terra che, oltre ad essere l’unico metodo con cui conosciamo la struttura interna del nostro pianeta, ci permette poi di capire meglio la propagazione delle onde sismiche e quindi studiare meglio i meccanismi di generazione dei terremoti".