Perché i Coldplay a Napoli dovrebbero essere uno stimolo al ritorno dei grandi concerti in città
Alle 8 del mattino c'era già la fila reale in Galleria Umberto I e virtuale, online, per acquistare i nuovi biglietti per il concerto che i Coldplay terranno allo stadio Diego Armando Maradona il prossimo 21 e 22 giugno 2023. C'è un'attesa spasmodica per l'arrivo della band inglese che riporta nello stadio cittadino artisti internazionali dopo anni di vuoto, nella speranza che la città possa tornare costantemente nei circuiti dei tour internazionali, come non succede da troppo tempo. Certo, in città negli "ultimi" anni è passato Bruce Springsteen e sarebbe dovuto passare anche Sir Paul McCartney se la pandemia non avesse travolto tutti, ma come sanno tutti quelli erano eventi spot, senza alcun respiro lungo.
Eppure in passato Napoli è stato teatro di grandi concerti, in città sono passati alcuni tra i più grandi artisti della musica contemporanea mondiale, finché, a un certo punto, è tutto sfumato. I problemi sono stati infrastrutturali, certo, con lo stadio indisponibile per tantissimo tempo (i luoghi dei concerti erano diventati Piazza del Plebiscito, oppure Bagnoli e la Mostra d'Oltremare, dove per anni si sono tenute le edizioni del Neapolis Festival e qualcosa si è vista anche in Arena Flegrea e in provincia) ma anche di logistica, con Napoli finita fuori dalle rotte principali. Insomma, per anni in città era diventata quasi una barzelletta l'assenza di Napoli in alcuni dei tour più importanti degli artisti internazionali.
Questo è il motivo dell'entusiasmo della città per i Coldplay, per il ritorno di un gruppo – ancora nel pieno del proprio successo – come quello capitanato da Chris Martin. Un entusiasmo che – a parte pochi – è stato condiviso anche da chi non li considera una band di riferimento o per chi ne ha perse le tracce (affettive) dopo l'uscita di "Parachutes" o "A Rush of blood to the head". Una grande band internazionale torna allo stadio di Fuorigrotta 19 anni dopo l'apertura straordinaria dello stadio, all'epoca San Paolo, per i Muse, come ricorda Carmine Aymone sul Corriere del Mezzogiorno.
La speranza è che quella dei Coldplay non sia una fiammata per poi ritornare a galleggiare nel torpore. La speranza del Comune è che Napoli possa tornare centrale anche per i tour internazionale, benché negli ultimi anni sia riuscita a perdere anche i grossi tour italiani che preferiscono il Palasele di Eboli. "Ci sono stati mesi di collaborazione con i rappresentanti internazionali dea band che hanno evidentemente apprezzato gli sforzi messi in campo dal Comune insieme ai promoter locali ed a Live Nation per far sì che tutto si incastrasse alla perfezione – dice Ferdinando Tozzi, avvocato esperto di diritti d'autore e delegato sull'industria della musica per il Comune di Napoli – sicuri che questo possa essere un primo passo, perché Napoli in coerenza con il progetto NapoliCittadellaMusica possa tornare ad avere un ruolo centrale per il circuito musicale internazionale". La speranza, quindi, è che le code per accaparrarsi i biglietti, cosa che da un po' non si vedevano, possano diventare una costante e non solo l'illusione di una stagione.